“Ho scelto di vivere”: la rinascita di Cristian Lucarelli, atleta e campione
Il 55enne, originario di Rimini, è tornato alle gare dopo un grave incidente, esempio di grande forza mentale

Di Riccardo Valentini
Cristian Lucarelli, nato a Rimini nel 1970 e residente a Riccione, è un atleta affermato, specializzato nelle discipline di resistenza: ultramaratone e triathlon. Si è cimentato in tutte le distanze, quest'uomo dalla forza straordinaria, sia fisica che mentale. La sua vita cambiò radicalmente nell'ottobre 2015. "Ero uscito in bici per il consueto allenamento - racconta - e al ritorno da Cattolica, lungo la statale 16, in un tratto di lieve discesa, nei pressi del centro commerciale ex Oliviero, ho perso il controllo: l’asfalto era rovinato, con crepe profonde. La ruota anteriore si è infilata in una di queste e sono stato catapultato in avanti, facendo una capriola completa con la bici. Non ho nemmeno fatto in tempo a sganciare i pedali”. L’impatto con il suo è stato devastante: “Quando ho provato ad alzarmi, ho avuto la sensazione che la mia testa fosse staccata dalla schiena. Riuscivo a muovere il collo, ma la mia schiena era ferma a terra. Ero lucido, ma gravemente ferito”. Trasportato d’urgenza all’ospedale Bufalini di Cesena, Cristian ricevette una diagnosi terribile: frattura delle vertebre cervicali C4 e C5, una seria lesione al midollo spinale. “Prima di perdere conoscenza, ho avuto una visione: mio figlio mi chiamava ed io cercavo di raggiungerlo in tutti i modi, strisciando, scavando. È stato come un segno", racconta. Per Lucarelli iniziò un lungo percorso di riabilitazione, prima a Montecatone, vicino Imola, poi a "Luce sul Mare" a Santarcangelo. “Ero completamente paralizzato dal collo in giù. Attaccato ad un respiratore. Dopo tanto tempo, l’unico movimento che riuscivo a fare, con estrema fatica, era quello dell' alluce del piede sinistro. Da lì è iniziata la mia rinascita”. Il suo allenamento, da quel momento, diventa un atto di forza e resistenza psicologica: ore passate a cercare di muovere il dito del piede, nonostante il dolore, fino allo sfinimento. “Oggi sono tetraplegico incompleto, ma ho ritrovato il gusto di vivere, grazie all’amore di mia moglie, di mio figlio e della mia famiglia.”

Cristian non si è arreso. È tornato infatti alle gare, questa volta nelle competizioni in acque libere. Nel 2023 e nel 2024 ha conquistato il titolo di Campione Italiano nel circuito di nuoto in acque libere, nella categoria S3–S6. “Il momento cruciale è stato quando mi sono assunto la responsabilità di vivere. Quando, grazie alla mia famiglia, ho intravisto un barlume di luce. Mi ci sono aggrappato finché non è scoppiato un incendio dentro di me. È stato un purgatorio, un martirio, ma ho accettato quella condizione. Ho scelto di vivere", le sue parole. Una delle prime gare a cui ha partecipato, dopo l’incidente, è il Triathlon di Riccione, una partecipazione simbolica e celebrativa. Con l’aiuto di amici come Alessandro Alessandri e Romina Ridolfi, ha completato l’ultima frazione di corsa con le stampelle, circondato dall’affetto dei compagni di squadra. “Ovviamente non è facile: fai dieci passi avanti e poi otto indietro. Ma ti dai degli obiettivi, anche piccoli, e li affronti. L’obiettivo non è vincere per la medaglia, ma perché ogni traguardo dà senso alla tua vita”. Il messaggio di Cristian è chiaro e potente: “La felicità e la gioia non si possono rimandare. Non arrivano tra due giorni, arrivano ogni minuto, ogni secondo. Devi lottare per rendere la tua vita splendida, non piena di medaglie, ma ricca di significato. Circondati di persone che ami, che ti rispettano, che ti stanno accanto. Non dare mai nulla per scontato, perché oggi hai tutto, ma domani potresti non avere più niente”. Cristian Lucarelli è molto più di un atleta: è un esempio di coraggio, resilienza e amore per la vita.