Elena Cupi, estetista e leggenda: da Atene a Sparta in una delle corse più dure al mondo
L'atleta sammarinese, originaria di Novafeltria, ha affrontato con successo i 247 km della Spartathlon

Elena Cupi, 49 anni, originaria di Novafeltria ma residente e lavoratrice come estetista nella Repubblica di San Marino, ha compiuto un’impresa straordinaria. Sabato 28 settembre ha preso parte a una delle gare di corsa più dure al mondo: la Spartathlon. Si tratta di una competizione mitica che ripercorre il cammino del leggendario messaggero Filippide, partendo da Atene per arrivare a Sparta, lungo un percorso di 247 chilometri con un dislivello complessivo di 3.000 metri.
La Spartathlon è una gara crudele e spietata, non solo per la distanza estenuante ma anche per le regole ferree. Ci sono 75 checkpoint, e ogni punto di controllo rappresenta un “cancello orario”: un tempo limite entro cui i partecipanti devono transitare, pena la squalifica. Anche un minuto di ritardo significa essere eliminati, indipendentemente dalla distanza coperta. Non conta se si è arrivati a pochi chilometri dal traguardo, come al 74° checkpoint dopo 244 km: la squalifica arriva inesorabile. I partecipanti hanno un massimo di 36 ore per completare la corsa, una prova che riflette lo spirito spartano nella sua durezza.
La sfida di Elena Cupi
Elena ha terminato la gara domenica 29 settembre alle ore 18, dopo 35 ore di fatica, appena entro il limite massimo. “È stata davvero dura“, racconta Elena, ancora incredula per la grande impresa. Ma come le è venuto in mente di partecipare a una gara così impegnativa? Non è la prima volta che Elena si mette alla prova in imprese estreme: nell’agosto del 2023 aveva già corso la 100 miglia di Berlino, una gara di 160 km.
“Dopo Berlino, un ragazzo di Santarcangelo, appassionato della Spartathlon, mi ha suggerito di partecipare, vedendo che avevo i requisiti per farcela”, racconta Elena Cupi. Così, senza pensarci troppo, si è iscritta. Ma nei giorni precedenti alla gara, l’ansia ha preso il sopravvento. “Ho avuto 8.000 ripensamenti, soprattutto parlando con persone esperte di ultramaratone. C’era chi aveva già fatto la 9 colli, chi la Milano-Sanremo. Io, con i miei soli 160 km di Berlino, non mi sentivo all’altezza”.
La Spartathlon accetta solo un numero limitato di partecipanti: 390, con un massimo di 10 per nazione. Elena Cupi ha corso portando con orgoglio i colori della Repubblica di San Marino. Al suo fianco, in veste di supporter, c’era la sua amica Daniele Veronesi. “I supporter hanno regole rigidissime e possono aiutare solo in 15 punti del percorso, altrimenti si rischia la squalifica. Se sbagli qualcosa, ti caricano sul pullman e la gara è finita”.

La preparazione: mesi di allenamento e sacrifici
Per prepararsi a un’impresa così ardua, Elena ha iniziato l’allenamento a gennaio 2024. Tra le prove principali, ha partecipato alla celebre gara del Passatore, una corsa di 100 km che parte da Firenze e arriva a Faenza. Durante la preparazione, ha coperto distanze tra i 50 e i 70 km, e ha corso anche nella notte della 9 colli run insieme al suo amico Giacomo Alessi, meglio conosciuto come Jeky. Per affrontare i 3.000 metri di dislivello della Spartathlon, Elena ha incluso nel suo allenamento molte salite, allenandosi duramente nell’entroterra riminese.
La filosofia di Elena: correre oltre i limiti
Elena ha condiviso i suoi pensieri e riflessioni sul suo profilo Facebook. Le sue parole rivelano la profondità e il significato di questa esperienza: Non c’è nessuna ricompensa in contanti. L’unica ricompensa è seguire le orme di Fidippide per 426 chilometri e toccare la statua di re Leonida in 36 ore. Quella che descrive Elena non è solo una gara, ma una vera e propria prova di volontà e spirito umano. È una lotta contro la stanchezza, il caldo, la nausea, le vesciche, persino contro le allucinazioni dovute all’estrema fatica.
Nel suo cuore, un pensiero speciale: “Tuo babbo sarebbe fiero di te, lui è con te”. Una dedica al padre che l’ha accompagnata in questa incredibile impresa, simbolo di forza e determinazione.
L’ingresso nel mito
Concludere la Spartathlon non è solo una vittoria sportiva, ma un traguardo che permette di entrare nella leggenda. Come gli antichi spartani che 2.500 anni fa percorsero lo stesso cammino contro i persiani, Elena Cupi ha dimostrato che, con dedizione, coraggio e allenamento, è possibile superare qualsiasi limite.
La sua impresa resterà un esempio di determinazione e forza di volontà per chiunque sogni di misurarsi con le proprie paure e debolezze, trasformandole in vittorie. Elena è ora parte di quel ristretto gruppo di atleti che possono dire di aver toccato la statua di re Leonida a Sparta, portando con sé un messaggio di forza, tenacia e orgoglio.
R.V.