Ennesima violenza in ospedale: dopo i fatti di Rimini, l'appello di Ausl Romagna

L'Azienda sanitaria: "Occorre unire le forze. Serve un cambiamento"

A cura di Redazione
19 giugno 2025 17:29
Ennesima violenza in ospedale: dopo i fatti di Rimini, l'appello di Ausl Romagna -
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Dopo il grave episodio di violenza ai danni di un’operatrice sanitaria al Pronto Soccorso di Rimini (qui la notizia) e altri casi simili verificatisi in diverse strutture del territorio, l’Ausl Romagna rinnova con fermezza la propria condanna verso ogni forma di aggressione al personale sanitario. La Direzione generale dell’Azienda Sanitaria Locale, insieme ai suoi professionisti, ha ribadito la necessità di unire le forze e lavorare insieme — istituzioni, cittadini e servizi — per garantire ambienti di cura più sicuri e promuovere una cultura fondata sul rispetto e sulla dignità di chi ogni giorno si dedica alla salute collettiva.

Un fenomeno complesso e in crescita

Molti degli episodi che sfociano in aggressioni verbali o fisiche, come sottolinea l’Azienda, spesso non nascono da problematiche di carattere prettamente sanitario, ma si intrecciano con fragilità sociali, marginalità, solitudine e disagio psichico. Proprio per questo, da anni Ausl Romagna ha attivato un percorso strutturato per monitorare il fenomeno e tutelare gli operatori coinvolti.

Dal 2017 è attiva una specifica procedura aziendale per la segnalazione di eventi aggressivi che prevede, oltre alla compilazione di una modulistica dedicata, il contatto diretto da parte dei servizi competenti e la possibilità di accedere a un supporto psicologico ambulatoriale. Parallelamente, ogni episodio viene segnalato all’Autorità Giudiziaria, anche al fine di valutare l’eventuale costituzione di parte civile da parte dell’Azienda.

Sicurezza rafforzata e nuovi progetti di tutela

Il Pronto Soccorso di Rimini, teatro del recente episodio, è già dotato di diverse misure di sicurezza: telecamere di videosorveglianza, una linea telefonica diretta con Polizia e Carabinieri, un presidio fisso di Polizia dalle ore 8 alle 20 e una guardia giurata presente 24 ore su 24. A queste si affiancano la presenza di assistenti sociali, psicologi e volontari di associazioni locali, che offrono sostegno a pazienti in stato di agitazione o fragilità emotiva.

L’Azienda, tuttavia, intende andare oltre, valutando insieme ai professionisti ulteriori strumenti di tutela e rafforzamento delle misure di sicurezza già in essere. Tra le ipotesi in campo, un servizio ad accesso rapido — operativo anche nelle ore notturne — in collaborazione con i CSM, i SERD e le comunità, destinato ad accogliere persone con bisogni prevalentemente sociali o psichiatrici, evitando così accessi impropri al pronto soccorso e riducendo i rischi per il personale.

Sono in corso anche interlocuzioni con gli Ordini Professionali forensi del territorio per costruire percorsi di supporto legale per gli operatori aggrediti che desiderino intraprendere azioni personali di tutela o risarcitorie.

Un cambiamento culturale necessario

Oltre alle misure di sicurezza e ai percorsi assistenziali dedicati, Ausl Romagna richiama l’attenzione sulla necessità di un cambiamento culturale profondo. “Non bastano strumenti e protocolli, serve una responsabilità collettiva per promuovere rispetto e fiducia verso tutti gli operatori sanitari che ogni giorno, spesso in condizioni difficili e in prima linea, si prendono cura della salute di tutti”, sottolinea la Direzione Generale in una nota.

L’Azienda invita quindi istituzioni, cittadini e associazioni a unirsi in un’azione comune per diffondere una cultura di rispetto e consapevolezza, ricordando che la sicurezza di chi cura è un diritto e una garanzia per l’intera comunità.

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