Lite familiare, strappa di mano i telefoni a moglie e suocera e butta i documenti in pentola: condannato

46enne ucraino condannato a 6 mesi e 20 giorni di reclusione per tre capi di accusa, assolto per maltrattamenti in famiglia

A cura di Redazione
24 gennaio 2025 15:42
Lite familiare, strappa di mano i telefoni a moglie e suocera e butta i documenti in pentola: condannato -
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Si è concluso ieri (giovedì 23 gennaio) il processo, con rito abbreviato, a carico di un 46enne ucraino, residente a Riccione, che doveva rispondere di quattro capi d’accusa: maltrattamenti in famiglia e lesioni verso la moglie, lesioni e violenza privata nei confronti della suocera.

Per la fattispecie di reato principale, i maltrattamenti in famiglia con l’aggravante della presenza di minori, è arrivata l’assoluzione perché il fatto non sussiste; per gli altri capi d’accusa, una condanna complessiva a 6 mesi e 20 giorni di reclusione, oltre a 5000 euro di risarcimento verso la oramai ex compagna e 1000 per la suocera. La Procura aveva chiesto 4 anni di condanna.

L’imputato, difeso dall’avvocato Massimo Melillo, era stato denunciato il 23 ottobre 2023, il giorno dopo una lite scoppiata nella casa in cui la coppia conviveva con i figli minori e la suocera. L’uomo, al culmine dell’ira, aveva prima proferito parole minacciose verso la moglie (“Il tuo tempo è finito“), poi aveva strappato i telefoni dalle mani di lei e della suocera, impedendo in particolar modo a quest’ultima di chiamare le forze dell’ordine (da qui l’accusa di violenza privata).

Inoltre aveva sottratto loro i documenti, facendoli a pezzi e buttandoli nella pentola di acqua calda sul fornello, destinata a usi domestici.

Al momento di denunciare i fatti, la compagna del 46enne, aveva riferito di altri episodi di maltrattamento subiti gli anni passati, ma in precedenza non si era mai rivolta alle forze dell’ordine, né aveva fatto ricorso alle cure in ospedale.

Il 46enne era stato quindi sottoposto a divieto di avvicinamento e a provvedimento di allontanamento dalla casa familiare, quest’ultimo revocato al termine del processo, come disposto dal Gup Raffaele Deflorio. La famiglia dell’imputato si trova da tempo in una struttura protetta.

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