Allevamento polli e parco eolico, l'accusa: 'Chi può salvare la Valmarecchia?'
Patrick Wild del gruppo consiliare 'Uniti per la Valmarecchia': 'I sindaci siano coerenti'

"Chi può o vuole salvare la Valmarecchia, a questo punto?": è la domanda che si pone Patrick Wild, del gruppo consiliare “Uniti per la Valmarecchia” e della lista civica PenSa Una mano per Santarcangelo, intervendo sul dibattito che riguarda il nuovo allevamento Fileni a Maiolo e il parco eolico "Badia del Vento", che interesserà il crinale tra Monte Loggio e Faggiola, a poca distanza da Casteldelci, Rofelle e Gattara.
Wild non entra nel merito dei progetti, ma esprime la preoccupazione per le modalità, "analoghe e purtroppo sempre più frequenti", dell'iter di realizzazione delle opere, con i cittadini, poi riuniti in comitati, "ad accorgersi di quanto stia accadendo nei territori sempre a giochi fatti". Nel dettaglio, gli iter autorizzativi "pur astrattamente e formalmente legittimi", prendono il via nel Comune interessato o "presso altro ente sovraordinato, come le Regioni" e ciò avviene "senza un reale coinvolgimento della popolazione e senza tenere conto degli altri enti e delle realtà del territorio". Il consigliere cita ad esempio anche le vicende dell'Oasi di Torriana e Montebello, nonché i lavori del metanodotto Snam, "per non parlare dei progetti relativi alla viabilità, di cui si sta discutendo in questi mesi più sui giornali che nelle adeguate sedi istituzionali".
Wild ricorda l'art.9 della Costituzione, che cita come beni collettivi "il paesaggio, gli ecosistemi, la biodiversità e l'ambiente", principi che "non possono essere declamati solo sulla carta, ma devono necessariamente trovare rispondenza anche nella realtà, negli atti amministrativi e nelle politiche per il territorio". Il consigliere invita la politica locale a una maggior coerenza, in quanto non è possibile "promuovere anche a livello regionale percorsi sostenibili e turismo lento" e nel contempo dare il via libera a "cantieri, cemento e inquinamento", comprendendo comunque "chi in buona fede lavora e si adopera per creare occupazione nelle aree interna" e chi ha attenzione per il tema delle energie rinnovabili. "Ma non può nemmeno valere tutto a scapito del resto", esorta Wild. L'Alta Valmarecchia d'altra parte è "un territorio più ampio del semplice confine comunale" e servirebbero "scelte maggiormente condivise con le comunità che lo abitano e sulle quali ricadono poi gli effetti". L'esempio è proprio il parco eolico: "Il percorso autorizzativo è di competenza della Regione Toscana (il Comune è quello di Badia Tedalda), ma l’impatto del progetto ricade quasi esclusivamente sulla parte di Valmarecchia romagnola e riminese".
"La questione – ribadisce Wild – prima ancora che sul merito dev'essere sul metodo, in un preoccupante quadro di assenza di reale partecipazione". In caso contrario, "ogni territorio continuerà a portare avanti le proprie politiche, noncurante di ciò che accade fuori dai propri cancelli e confini". Stoccata finale per i sindaci "che un giorno difendono progetti invasivi per il resto della vallata e il giorno dopo sbattono i pugni sul tavolo per protestare contro quelli del Comune a fianco che andrebbero a loro discapito. Oltre a perdere di credibilità, così non si arriva da nessuna parte".