Rimini, sparito un rigore nella trasferta di Campobasso: Boli, "Era clamoroso"
L'attaccante biancorosso racconta anche il cambio di ruolo: "Il mister vede il giusto"
di Riccardo Giannini
Il Rimini è uscito dalla trasferta di Campobasso con un punto e con l'ulteriore convinzione di potersi giocare la salvezza, nonostante la penalizzazione e le difficoltà derivate dal passaggio di proprietà a stagione avviata. E mentre si avvicina il secondo passaggio di quote (come riferito anche oggi), rimane però tra i tifosi l'amarezza per alcune decisioni arbitrali che hanno penalizzato il Rimini, dal rigore subito con il Pontedera alla direzione arbitrale della gara casalinga con la Ternana, fino appunto alla partita con il Campobasso. Due gli episodi che hanno ricevuto anche la revisione all'Fvs, entrambi nella ripresa con protagonista Jordan Boli, uno dei volti nuovi in casa Rimini. Sul primo episodio ci sono pochi dubbi: episodio di "Step on foot" (pestone) che doveva essere sanzionato con il penalty. "Io sono andato ad attaccare la palla, il difensore mi ha colpito con un pestone al piede. Era un rigore clamoroso. Non so le spiegazioni, ma l'arbitro ha deciso di non darlo. Eppure la palla era già andata via, era lontana. Non so dove fosse l'arbitro di posizione, ma per me è un rigore clamoroso. Non c'era neanche bisogno di vederlo allo schermo". Boli conferma le mie impressioni: primo rigore sacrosanto, per il secondo episodio la decisione dell'arbitro sembra corretta: "Sono andato ad attaccare la palla anche lì, mancava un minuto al fischio finale e mi son detto, vai, prova a fare qualcosa. Ho rivisto tutte e due le azioni. Qui il portiere ha preso la palla prima di me. Mi son detto: ci sta. Ma il primo rigore, invece, era netto".
L'amarezza per il torto subito non cancella le sensazioni positive per le prestazioni di Boli nel nuovo ruolo di attaccante. Tre la gare in cui D'Alesio lo ha schierato in prima linea: Perugia, Juventus Next Gen e Campobasso, in quest'ultima occasione da titolare. "Il mister - racconta il diretto interessato - mi ha detto che sono giocatore di spazio, veloce. In attacco manca uno che attacca gli spazi, la profondità. Per me è la prima volta nel ruolo di attaccante. Ma se il mister dice di fare una cosa...Lui vede il giusto, vede il profilo del giocatore. Per me è era anche l'occasione per farmi vedere di più. Certo la prima reazione è stata: beh, strano. Magari il mister è un po' pazzo, ma provo. Ho lavorato tanto in allenamento per imparare la posizione. Il mister e i compagni mi hanno dato un grosso aiuto: se posso, per la squadra gioco ovunque".
Il jolly francese, 23 anni, si era ritrovato senza squadra dopo l'esperienza alla Turris: "Per essere sinceri, era difficile trovare una squadra. Rimini è stata una bella occasione: mi hanno voluto il direttore Nember (che poi come noto si è dimesso, ndr) e Piero Braglia, che mi conosceva. Ma prima c'era Buscè, un altro allenatore che mi conosce bene, perché mi ha allenato a Empoli". Rimini era dunque nel destino di Boli, che conferma le belle impressioni sul gruppo squadra: "Quando sono venuto qua la prima cosa che mi son detto è che dovevo fare tanto per entrare nel gruppo. Quando vediamo le cose sui giornali un po' di preoccupazione c'è, ma in campo e fuori i miei compagni e lo staff tecnico mi hanno sempre aiutato". Ritagliatosi lo spazio nel nuovo ruolo d'attaccante, il giocatore è consapevole dei miglioramenti da fare in questa stagione: "Fisicamente sto bene, devo lavorare sulla tecnica. E devo lavorare sulle sovrapposizioni: devo salire di livello".
17.5°