Maxi sequestro a Rimini: 300mila articoli contraffatti tra Nike, Apple, Louis Vuitton e tanti altri

Denunciato un grossista dopo l'individuazione di 3 magazzini non dichiarati

A cura di Redazione
21 giugno 2025 08:39
Maxi sequestro a Rimini: 300mila articoli contraffatti tra Nike, Apple, Louis Vuitton e tanti altri -
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Il Comando Provinciale di Rimini ha predisposto un piano di intervento in prossimità della “Notte Rosa”, che ha portato al sequestro di circa 300 mila prodotti contraffatti o non sicuri a carico di un grossista.

L’attività delle Fiamme Gialle, grazie all’analisi di elementi raccolti anche per mezzo di pedinamenti ed appostamenti, ha consentito l’individuazione di 3 magazzini non dichiarati nel centro storico di Rimini, in cui erano stipati i beni poi sequestrati, su cui erano riprodotti loghi e segni distintivi di Nike, Apple, Pokémon, Super Mario Bros, Gucci, Louis Vuitton e Armani.

Tra questi, anche circa 15 mila “pupazzi virali” di Sonny Angel e Pop Mart, diventati un vero e proprio fenomeno globale nel segmento collezionabile e blind box.

Circa 140 mila articoli di bigiotteria, tra orecchini, ciondoli, perline, erano invece privi delle informazioni minime per il consumatore finale relative alla sicurezza, alla qualità, alla composizione e all’origine dei prodotti. Tali informazioni sono ritenute indispensabili per un corretto utilizzo in piena sicurezza, ai sensi degli artt. 6 e 11 del Codice del Consumo.

Per le violazioni riscontrate sono previste sanzioni fino a 50 mila euro. Il titolare è stato altresì denunciato a piede libero per i reati di ricettazione e commercializzazione di beni contraffatti.
La posizione dell’indagato è attualmente al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, ferma restando la presunzione d’innocenza costituzionalmente garantita.

L’attenzione della Guardia di Finanza nello specifico settore è massima, in quanto la contraffazione e il commercio di prodotti non genuini e insicuri non solo danneggiano il mercato, sottraendo opportunità e lavoro alle imprese che agiscono nel rispetto delle regole, ma rischiano anche di mettere in pericolo la salute dei consumatori. Infatti, tali prodotti – venduti a basso costo e spesso destinati a un contatto diretto con la pelle – non riportano chiaramente i materiali utilizzati, impedendo al consumatore di adottare le dovute precauzioni in relazione all’eventuale presenza di sostanze pericolose.

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