Medioriente, attacchi incrociati tra Iran e Israele. Missili su Tel Aviv, esplosioni a Teheran
La diplomazia internazionale tenta di intervenire, ma le tensioni restano altissime

Nuovo, grave capitolo nello scontro tra Israele e Iran. Nella notte, le sirene d’allarme sono risuonate a Tel Aviv a seguito del lancio di missili partiti dal territorio iraniano. Le autorità israeliane hanno confermato diverse esplosioni, mentre altre detonazioni sono state udite anche a Teheran, dove una colonna di fumo si è alzata dall’area dell’aeroporto internazionale Imam Khomeini.
L’attacco giunge a pochi giorni di distanza da un raid israeliano su presunti siti militari iraniani in Siria e coincide con una crescente tensione sul fronte diplomatico. Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha lanciato un appello alla moderazione: «È urgente fermare questa escalation. Devono prevalere la pace e la diplomazia».
Ma da Teheran arriva una risposta netta. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha dichiarato che l'Iran risponderà "a ogni atto ostile" e ha definito l’attacco israeliano un’aggressione alla sovranità nazionale. «Non ci sarà moderazione quando si tratta di difendere la nostra sicurezza», ha aggiunto.
Il nodo nucleare e la reazione di Trump
A complicare ulteriormente il quadro è la crisi dei colloqui sul nucleare. Il governo iraniano ha giudicato "ormai privi di significato" i negoziati in corso con gli Stati Uniti per la ripresa dell’accordo sul nucleare (JCPOA), interrotto nel 2018 durante la presidenza Trump. Teheran accusa Washington di «ipocrisia», sostenendo che «non si può trattare mentre si permette a Israele di colpire obiettivi in Iran».
In una dichiarazione destinata ad aumentare la tensione, Donald Trump – attualmente candidato repubblicano per le prossime presidenziali – ha definito i raid israeliani «un attacco eccellente» e ha minacciato Teheran: «Firmino l’accordo prima che non resti più nulla».
Meloni e l’Europa: tentativo di mediazione
Sul fronte europeo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto colloqui telefonici con il presidente americano, con il cancelliere tedesco Merz, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. «Stiamo lavorando per una de-escalation immediata», ha dichiarato, sottolineando la necessità di un'azione diplomatica concertata.
La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione: il tempo per la diplomazia sembra ridursi ogni ora che passa.