Fortezza chiusa durante la settimana: spuntano i cartelli di protesta

Il sindaco replica: ‘Solo per questo mese di minor afflusso, anche in virtù del caro bollette’

"San Leo? Aperta solo di sabato e di domenica". É il senso della protesta ad opera di un gruppo di cittadini che ha affisso dei volantini ai cartelli posti all'ingresso del paese. "Aperto solo sabato e domenica", c'è scritto nei volantini, in riferimento al nuovo orario della fortezza di San Leo, che per il mese di novembre sarà aperta solo sabato e domenica. Niente turisti quindi negli altri giorni della settimana. Una decisione, quella dell'amministrazione comunale che ha suscitato qualche protesta. "Il sindaco di San Leo non ha neppure coordinato un tavolo tra gli esercenti per cercare di organizzare i giorni di chiusure per poter avere almeno un ristorante aperto per abitanti e turisti", fanno sapere i responsabili dell'iniziativa di protesta, che si firmano "Cittadini leontini".  A distanza di qualche ora dall'affissione dei cartelli, il gruppo ha diramato una lettera aperta, esplicando ulteriormente le ragioni della loro protesta. 

Il sindaco di San Leo Leonardo Bindi replica: "Abbiamo tenuto aperta la fortezza tutti i giorni fino al sei novembre. Questo mese, visto che ci sono anche dei lavori di manutenzione all'interno della fortezza, abbiamo colto la palla al balzo. C'è anche il caro bollette da tenere in considerazione e questo è il momento in cui le persone girano meno, in mezzo alla settimana. Turisti non ci sono". La fortezza, intorno all'8 dicembre, tornerà a essere aperta tutti i giorni, come anticipa il primo cittadino: "Abbiamo fatto le nostre valutazioni di carattere economico. Abbiamo usato il buon senso, tenere aperta la fortezza ora, in mezzo alla settimana, per pochissime persone, non ha senso". Anche gli esercenti leontini hanno fatto uguali valutazioni, evidenzia il sindaco, chiudendo le loro attività: "I nostri esercenti hanno fatto uguali valutazioni, prima che disponessimo la chiusura della fortezza. Non potevamo certo costringerli ad aprire"

LA LETTERA DEI CITTADINI  Scriviamo questa lettera a nome degli ormai pochi leontini che continuano ad abitare nel nostro comune, non senza sacrifici e compromessi, ma sempre con la speranza di poter continuare a farlo negli anni a venire.

Da un mesetto a questa parte ci stiamo ritrovando di fronte ad una situazione assolutamente avvilente: all'interno del borgo fin dalle prime ore del pomeriggio, per chiunque si ritrovi per caso a passeggiare come turista, o chi vi passa per abitudine, trova ogni esercizio commerciale che si tratti di bar o ristorante, chiuso, se non con l'eccezione del weekend.

Ma probabilmente la cosa che sconcerta maggiormente è che la fortezza, simbolo turistico visitato da decine di migliaia di persone annualmente, è allo stesso modo chiuso e il personale si ritrova a casa a gestirsi tra cassa integrazione e riduzione degli stipendi. Crediamo che l'amministrazione comunale, nel momento in cui ha scelto di prendere l'incarico di gestire questa realtà, ha sottinteso un patto di lealtà e rispetto (certo reciproco) nei confronti dei suoi cittadini, fatto anche di questo: essere d'esempio in situazioni di criticità, invece di trasformarsi nel primo a voltare le spalle ai propri abitanti, alimentando in questo modo un circolo vizioso di chiusure e menefreghismo.

Dal momento che durante l'estate parte dei nostri soldi pubblici sono investiti per l'organizzazione di eventi e feste a profitto degli stessi che ora decidono di chiudere le porte dei proprio locali, per riaprire in tempi più propizi, viene da pensare che gli unici a rimetterci siano proprio quei pochi leontini che continuano a credere e a sperare in questo piccolo borgo, che considerano casa, che vedono come il proprio futuro, che vivono di e per questo bellissimo paese.

Ci sentiamo abbandonati proprio da quella stessa amministrazione che dovrebbe accompagnarci, che gode dei successi del nostro borgo come facciamo tutti con orgoglio, ma che d'altra parte non sembra stringere i denti quando la situazione si fa difficile.

A nome dei pochi leontini che ancora ci sperano.

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