Romagna sempre più ‘vecchia’ e le nascite calate del 30% in dieci anni

I dati del convegno Demografia e qualità della vita

Anche il sindaco di Rimini Sadegholvaad ospite del convegno

I dati riferiti all'anno 2022 confermano una tendenza maggiore all'aumento dell'invecchiamento in Romagna rispetto al dato complessivo regionale e a quello nazionale. Va tenuto presente, inoltre, che l'Emilia-Romagna è più anziana di Lombardia, Veneto e Lazio, oltre che di tutte le più grandi regioni del sud (Sicilia, Campania, Puglia, Calabria) che sono fra le più giovani del paese. È la sintesi dello studio presentato oggi (venerdì 28 aprile) a Cesena nel corso del convegno "Demografia e qualità della vita", con la partecipazione dei sindaci Michele De Pascale (Ravenna), Jamil Sadegholvaad (Rimini), Enzo Lattuca (Cesena), e per il comune di Forlì l'assessora Paola Casara.

Uno dei risultati più preoccupanti del calo nascite e dell'aumento degli anziani, si evidenzia nella costante contrazione della fascia di età 15-64, che comprende tutta la popolazione in età da lavoro e che in Romagna in questo momento è pari al 62,79% della popolazione contro il 63,05% dell'Emilia-Romagna e il 63,51% dell'Italia. L'aumento dell'età media in Romagna evidenzia un graduale squilibrio fra le generazioni e una progressiva stagnazione del ricambio generazionale, con ripercussioni dirette sul reperimento e sul ricambio dei livelli occupazionali.

La comparazione fra la Romagna, l'Emilia-Romagna e l'Italia evidenza due dati significativi: la Romagna ha la percentuale più bassa di giovani stranieri residenti e quella più alta di anziani stranieri. L'esito demografico nuovo è quello di cittadini di origine straniera che entrano a far parte della fascia degli over 65, contribuendo all'aumento delle fragilità economiche e sociali dei futuri anziani. Tendenza di cui occorre tenerne conto già da adesso se l'obiettivi resta quello di mantenere livelli ottimali di qualità dei servizi. Le politiche nazionali sull'immigrazione e la crisi economica evidenziano chiaramente il loro effetto negativo sull'andamento degli immigrati residenti, in calo in Romagna del 17% dal 2011 ad oggi. Una diminuzione inferiore al dato regionale, forse per effetto delle opportunità legate al lavoro stagionale ma che conferma un allarme sul reperimento di nuovi occupati. La Romagna sta subendo carenze occupazionali che stanno mettendo a rischio tutti i settori trainanti, dal manifatturiero, ai servizi, all'agroalimentare. La comparazione delle nascite in Regione e in Romagna nel ventennio conferma la crescita dal 2001 al 2010 e una progressiva e costante diminuzione nell'ultimo decennio. Merita attenzione anche la percentuale di bambini nati da famiglie di origine straniera, che ha contribuito all'aumento dei nuovi nati fino allo scoppio della crisi economica. Negli ultimi 10 anni le nascite in Romagna sono calate di oltre il 30%, un calo maggiore di quello generale regionale, pur continuando a crescere, in percentuale, il dato delle nascite da famiglie straniere. In conclusione l'aumento del saldo negativo nei dieci anni (+69% in Regione e +75% in Romagna), evidenzia tutta la difficoltà della situazione demografica regionale e locale.

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