Riccione, pino secolare abbattuto per case e parcheggi: ambientalisti, "dubbi sulla perizia"
La Lipu: "Perizia fatta da un accademico, ma il periodo biologico in cui si è intervenuto avrebbe necessitato di ulteriori approfondimenti"

È stato abbattuto nei giorni scorsi il pino d’Aleppo di via Ciceruacchio, intervento che ha acceso il dibattito pubblico. L'albero è stato abbattuto per realizzare un complesso con appartamenti e parcheggi. La Lipu torna così sull'argomento, senza voler mettere in discussione il rispetto delle procedure riguardanti gli alberi monumentali, per focalizzarsi "sull’opportunità di concedere deroghe urbanistiche per soddisfare interessi privati, in assenza di un chiaro beneficio pubblico". Secondo la Lipu. il Comune ha sbagliato a concedere una deroga, essendo già, secondo i dati Ispra, la città emiliano romagnolo al secondo posto per consumo di suolo, con il 52,19% del territorio urbanizzato.
Anche la perizia agronomica, che ha motivato l’abbattimento, solleva perplessità della Lipu: "Pur comprendendo che sia stata fatta da un accademico e fermo restando che non si trovi traccia di quelle che erano le caratteristiche dell’albero (altezza, diametro del tronco, età, valore economico), il periodo biologico delicato in cui ci si è posti avrebbe necessitato ulteriori approfondimenti (prove strumentali, pulling test) anche se di fronte a difetti strutturali, che inevitabilmente riguardano quasi ogni albero". "Ricordiamo - aggiunge la Lipu - che nei manuali tecnici c'è scritto che il concetto di albero perfetto, di albero senza difetti, è un mito. Anche le ipotesi di consolidamento secondo noi sono state scartate frettolosamente, tenendo presente che esiste un intero prontuario di opportunità, pubblicato come Standard europeo". A detta della Lipu, non c'era urgenza di abbattimento: si potevano aspettare un paio di mesi, il termine della fase principale della nidificazione.
Particolarmente grave, secondo gli ambientalisti, è l'impatto dell’abbattimento sulla biodiversità urbana. Interventi del genere, se effettuati nelle stagioni calde, possono causare danni alla nidificazione degli uccelli, anche in assenza di nidi visibili. Gli attivisti si affidano a una metafora: “Anche se non si è distrutto il letto, è stata devastata la sala da pranzo”.
La Lipu chiede inoltre ragguagli sull'ispezione effettuata per verificare l'assenza di nidi: sulla competenza dell'incaricato ("Aveva un patentino Ispra da inanellatore?") e sugli strumenti utilizzati per individuare eventuali cavità-nido, specie di notte o per le specie più elusive. Gli stessi pareri Ispra, evidenzia la Lipu, richiamano la necessità di affidare simili valutazioni a esperti ornitologi, data la difficoltà estrema di localizzare nidi nella vegetazione anche per gli specialisti: "Non si farebbe firmare un certificato di impianto elettrico a chi ha solo cambiato qualche lampadina”.
Al di là del caso specifico, la Lipu ribadisce la propria disponibilità al dialogo con l’amministrazione e gli enti pubblici, a livello sia locale che nazionale, "per promuovere una gestione del verde conforme alle normative, rispettosa della salute pubblica e della tutela della biodiversità".