Sos sanità: medici della Romagna contro tagli e soppressioni
Centrali mediche in pericolo e la minaccia alla continuità dell'assistenza notturna

Il Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) della Romagna, che opera nelle province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna, ha espresso grosse preoccupazioni riguardo ai piani di riorganizzazione sanitaria dell’Ausl Romagna. La proposta prevede la soppressione delle centrali provinciali telefoniche di risposta medica, sostituendo il personale medico dedicato con operatori laici.
Attualmente, le centrali telefoniche delle province di Rimini e Ravenna forniscono consulenza telefonica medica e coordinano le visite domiciliari e l’invio di ambulanze. Tuttavia, con la prevista soppressione, si prevede un’unico comando per l’intera Romagna gestito da personale non sanitario. Questo cambio comporterebbe un’unica centrale di risposta telefonica, trasferendo le chiamate ai medici locali per le visite domiciliari, costringendo i medici a svolgere doppie funzioni e riducendo il numero di visite domiciliari sul territorio.
Le modifiche proposte avrebbero un impatto negativo sulla qualità dell’assistenza, mettendo a rischio la tempestività e l’efficacia nella gestione dei pazienti. Inoltre, la creazione dei nuovi Centri di Assistenza e Urgenza (Cau) potrebbe non essere adeguatamente preparata, utilizzando personale medico non sufficientemente formato per gestire i casi di salute meno gravi.
L’evidenza suggerisce che questa trasformazione potrebbe aumentare i rischi per i pazienti, come dimostrato da un tragico evento avvenuto in un Cau di Budrio. I Cau, sostituendo in alcuni casi i Pronto Soccorso, potrebbero generare confusione tra i cittadini riguardo alla gravità delle situazioni trattate.
Gli operatori del Servizio di Continuità Assistenziale esprimono preoccupazione riguardo alle politiche gestionali e ai tagli che potrebbero compromettere il servizio sanitario. Se le modifiche proposte verranno attuate, la maggior parte dei medici potrebbe essere costretta a dimettersi, minando la capacità di fornire un’adeguata assistenza medica territoriale notturna e festiva.