Spariscono 140 mila euro, commercialista riminese accusato di appropriazione indebita
L'udienza, tuttavia, è stata caratterizzata dall'assenza di uno dei querelanti, il quale ha presentato un certificato medico dichiarando di essere stato colpito da un ictus
Nel corso di un’udienza svoltasi lunedì pomeriggio presso il tribunale di Rimini, si è affrontata una vicenda giudiziaria che ha coinvolto un commercialista riminese accusato di appropriazione indebita nei confronti di due dei suoi clienti. Il professionista, difeso dall’avvocato Paolo Ghiselli, è stato accusato di aver richiesto importi superiori a quelli effettivamente dovuti, trattenendo per sé circa 140.000 euro nel periodo compreso tra il 2013 e il 2018.
Secondo l’accusa, il commercialista avrebbe agito inducendo in errore i suoi clienti attraverso dichiarazioni dei redditi, modelli di pagamento unificati F24 e rendicontazioni non veritiere, spingendoli a versare cifre superiori a quelle dovute al Fisco, approfittando della loro buona fede.
L’udienza, tuttavia, è stata caratterizzata dall’assenza di uno dei querelanti, il quale ha presentato un certificato medico dichiarando di essere stato colpito da un ictus. Il commercialista si è difeso dalle accuse sostenendo di aver contabilizzato, tra il 2017 e il 2019, 52.000 euro come compensi relativi alla sua attività professionale.
Ulteriori accuse sono state mosse da un altro soggetto, anch’egli titolare di diverse posizioni, il quale ha affermato che il commercialista gli avrebbe sottratto 88.000 euro nel periodo compreso tra il 2013 e il 2017. Entrambi i querelanti hanno accusato il professionista di essersi appropriato dei loro soldi.
Il commercialista ha ribadito la sua difesa, precisando che tali importi erano effettivamente compensi legittimamente dovuti a lui e che è in grado di documentare la sua posizione. È emerso, inoltre, che nella prossima udienza fissata per il 13 maggio, sarà sentito un perito al fine di quantificare in maniera precisa e dettagliata questi compensi contestati.
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