Suicidio assistito in Emilia Romagna: tre richieste in un anno
Attivo il Comitato etico regionale senza una legge specifica. Una sola procedura completata, mentre pendono ricorsi al Tar e si riapre il dibattito in Consiglio regionale.

In Emilia-Romagna, a un anno dall’istituzione del Comitato regionale etico nella clinica (Corec), voluto dalla giunta Bonaccini per regolamentare l’accesso al suicidio medicalmente assistito, sono state presentate tre richieste, tutte da pazienti oncologici.
Lo ha rivelato la consigliera regionale di Forza Italia, Valentina Castaldini, in un’intervista al Resto del Carlino. Solo una delle richieste ha completato l’iter previsto, mentre le altre due non sono arrivate a conclusione: uno dei pazienti è deceduto durante il processo e l’altro ha deciso di non proseguire, ha precisato Castaldini all’Ansa.
L’Emilia-Romagna ha applicato la sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale tramite atti amministrativi, istituendo il Corec e fornendo istruzioni operative alle Ausl per gestire le richieste di fine vita. L’iter deve concludersi entro un massimo di 42 giorni dalla domanda del paziente.
La delibera ha suscitato forti critiche dalle opposizioni. Due ricorsi al Tar sono ancora in attesa di giudizio: uno presentato dalla stessa Castaldini con alcune associazioni, e un altro dal Governo.
Intanto, la proposta di legge di iniziativa popolare promossa dall’associazione Coscioni è stata reintrodotta nell’iter legislativo regionale. Come sottolinea Castaldini, ci vorranno fino a un anno e mezzo per arrivare a una possibile approvazione. Nel frattempo, però, la delibera resta pienamente operativa, garantendo l’accesso al suicidio medicalmente assistito nella regione.