Alle 18 è attesa l'inaugurazione ufficiale, ma nella mattinata di sabato si è tenuta l'anteprima della mostra Revolutions 1989-2019, l'arte del mondo nuovo 30 anni dopo.
Presenti, negli sapzi espositivi di Castelsismondo, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi e il curatore Luca Beatrice.
Dal 6 luglio al 25 agosto 2019 presso Castel Sismondo a Rimini. Ingresso libero
orario: 18 – 23 | tutti i giorni, lunedì chiuso.
Crolla il Muro di Berlino e nasce Internet. Un ragazzo cinese si ferma davanti a un carro armato in piazza Tienanmen e finisce l’Unione Sovietica. Il Milan di Sacchi conquista l’Europa e in Italia si giocano i campionati mondiali di calcio. Il Partito Comunista Italiano diventa Partito Democratico della Sinistra e i Nirvana, con Nevermind, portano al successo il grunge, gli italiani scoprono i telefonini e scoppia la prima Guerra del Golfo. Sono solo alcuni dei tanti fatti che hanno contraddistinto tre incredibili anni. Dal 1989 al 1991 il mondo cambia, quando ancora il Duemila era lontano. Anni di rivoluzioni i cui effetti giungono fino a noi. Anni di promesse, mancate e mantenute, di speranze e illusioni. Anni ricchi di energia. Anni in cui i giovani sentivano addosso la forza del nuovo. A quegli anni ‘in cui accadde tutto e tutto si anticipò’, Rimini dedica un capitolo speciale del suo palinsesto estivo, affrontandoli dal punto di vista culturale, artistico, musicale, cinematografico e dell’Entertainment. La rivoluzione e le rivoluzioni, dalla caduta del Muro di Berlino al ‘grande trauma’ dell’estate della mucillagini che segnò il ‘point break’ della storia del turismo riminese, riviste e aggiornate attraverso una serie di eventi unici.
“Una grande mostra di livello internazionale – ha ricordato Andrea Gnassi, sindaco di Rimini – che, a 30 anni di distanza, vuole fare il punto su quella generazione ‘arrabbiata’ di artisti che negli anni 80 provarono a scardinare la ‘religione’ della Transavanguardia. Una mostra nel Castello, che anticipa il futuro Museo internazionale Federico Fellini e l’asse con il Museo di arte contemporanea nei palazzi dell’Arengo e del podestà che aprirà già a fine 2019, dotando Rimini di quell’hardware che consente poi di proporre un software peculiare, non di plastica o acquistato a scatola chiusa. Per Rimini gli anni Ottanta furono tanta roba. Tondelli, la musica , l’underground, le discoteche, la cartina di tornasole di una nazione che ferocemente voleva lasciarsi dietro le spalle gli eventi traumatici del periodo precedente. Il decennio si conclude, quasi simbolicamente, con la crisi delle mucillagini nel luglio 1989, pochi mesi prima delle mazzate dei provos al muro di Berlino; nulla, compresa Rimini, fu come prima”
“Rimini racconta – spiega il curatore Luca Beatrice – l’esplosione di una nuova creatività, dopo che il 1989 riscrisse di colpo la storia, concludendo di colpo il novecento.Chi, come me, è nato nel 1961 ha passato ventotto anni della propria esistenza con il Muro, e trenta senza. Stavamo vivendo una rivoluzione, ma ancora non ce ne eravamo accorti. Questo è vero, però ciò che fecero i giovani artisti italiani – molto dei quali abbiamo portato nelle sale di Castel Sismondo – allora fu uno degli ultimi momenti di straordinaria e compatta inventiva per dire Goodbye al Novecento e prepararsi al Duemila”.