VIDEO Infiltrazioni mafiose, sequestrato sei società che gestivano hotel. Eseguite otto misure cautelari

Operazione della Guardia di Finanza di Rimini con la collaborazione dei colleghi di Cosenza e Taranto

Infiltrazione della criminalità nella Riviera Romagnola: operazione "Popilia" della Guardia di Finanza di Rimini, in collaborazione con i colleghi di Cosenza e Taranto. Le Fiamme Gialle hanno arrestato 8 persone per estorsione, detenzione e porto illegale in un luogo pubblico di arma da sparo, intestazione fittizia di beni.
I coinvolti, di origine calabrese, quasi tutti pregiudicati, gestivano 5 hotel, un chiringuito e una società di allestimenti fieristici nelle provincie di Rimini, Forlì Cesena e Siena attraverso società intestate a prestanome. Oltre 50 militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, stanno eseguendo in varie città in Emilia Romagna, Puglia e Calabria perquisizioni e fermi. Sei società sono state sequestrate. I reati di estorsione sono aggravati, per alcuni di loro, dal fatto di aver minacciato la parte offesa con un’arma e di aver evocato la loro appartenenza alla ‘ndrangheta.

I dettagli

Criminali di origine calabrese, stabilmente inseriti in provincia di Rimini, che dal 2018 gestivano 5 hotel, un chiringuito e una società di allestimenti fieristici. Questo tramite sei società intestate a prestanome. I coinvolti avevano affermato il proprio ruolo con violenza nei confronti dei soci che non volevano essere complici e con i dipendenti che volevano essere pagati per il lavoro stagionale.

La Guardia di Finanza di Rimini, in collaborazione con i colleghi di Cosenza e Taranto, dalle prime luci dell’alba di oggi, giovedì 7 ottobre, ha avviato l’operazione “Popilia” in Emilia Romagna, Calabria e Puglia. E’ stato disarticolato il tentativo dei soggetti fermati, quasi tutti pregiudicati, di insinuarsi nel settore turistico ricettivo delle province di Rimini, Forlì Cesena e Siena.

50 militari della Guardia di Finanza hanno effettuato 20 perquisizioni e fermato 8 persone (5 sono ai domiciliari, 3 hanno obblighi di firma). I reati contestati sono estorsione, detenzione e porto illegale in luogo pubblico di un’arma comune da sparo calibro 7,65 e intestazione fittizia di beni. Pe alcuni di loro i reati di estorsione sono aggravati dal fatto di aver minacciato con un’arma le vittime dicendo di far parte della ‘ndrangheta.

La Finanza ha sequestrato quote sociali e beni aziendali di 6 società fittizie intestate a prestanome: soggetti di origine campana e pugliese reclutati all’occorrenza anche tra parenti.

Le indagini hanno messo in luce quanto fatto dagli indagati. Si erano infiltrati nell’economia legale della Romagna, controllando diverse attività; commettevano estorsioni con le armi, millantando di far parte di organizzazioni criminali; intestavano a terze persone ingenti patrimoni ed attività commerciali.
Gli indagati, nonostante risultassero ufficialmente con basso reddito, avevano invece una elevata disponibilità economica data proprio dalle loro attività criminali.

LE DICHIARAZIONI DEL COMANDANTE PROVINCIALE GUARDIA DI FINANZA

"La forte propensione turistica della provincia di Rimini, specie nel settore turistico-ricettivo visto che nella provincia di Rimini sono presenti la metà degli esercizi alberghieri disponibili di tutta la Regione Emilia-Romagna, ha da sempre catalizzato l'attenzione di gruppi criminali, connessi e non alla criminalità organizzata". Così Alessandro Coscarelli, comandante provinciale della Guardia di finanza di Rimini, ha commentato l'operazione Popilia.
"Questi gruppi possono approfittare della mancanza di associazioni delinquenziali locali e dell'inesistenza di un predominio autoctono nelle attività illecite – ha aggiunto – L'attenzione da parte della Guardia di Finanza è sempre alta, sia mediante autonome analisi di contesto, sia all'interno dei gruppi interforze locali che operano sotto la direzione della Prefettura e della Procura della Repubblica, sia, come nel caso di questa operazione, nell'approfondire con grande attenzione le denunce che pervengono da parte di cittadini e lavoratori.
Nell'operazione Popilia si è partiti dalla denuncia di un lavoratore che non era stato pagato ed era stato minacciato con un'arma da fuoco per imporgli il silenzio, arrivando dopo un'approfondita indagine a svelare sei società tutte intestate a prestanomi ma di fatto riconducibili a soggetti pregiudicati, che non risparmiavano il ricorso alla violenza e alle minacce per non onorare le obbligazioni commerciali".

 

COSI' IL NEO SINDACO JAMIL SADEGHOLVAAD

 

“Un sincero ringraziamento, a nome di tutta la città, alla Guardia di Finanza di Rimini, protagonista di una importante operazione di contrasto alla criminalità che ha portato a svelare una serie di operazioni fuorilegge, legate anche a pezzi del comparto ricettivo locale.

L’ennesima testimonianza tangibile di un rischio che da tempo non è un’invenzione né resta sulla carta, ma impatta sulla realtà economica e sociale regionale, e in particolare di un’area attrattiva come quella della Riviera romagnola. Se le inchieste e le operazioni come questa rappresentano la forma di contrapposizione più evidente e efficace, allo stesso tempo non si deve trascurare il doppio valore dell’educazione a una cultura della legalità diffusa e del sostegno all’economia sana, che deve venire dalle istituzioni e dagli enti locali. La pandemia, e i conseguenti lockdown totali o parziali, hanno messo ancora più in ginocchio interi settori e migliaia di imprese, specialmente sul versante turistico, dello spettacolo, del divertimento. Proprio gli elementi fondamentali della nostra particolare architettura imprenditoriale. Non dobbiamo misurare le parole per cautele di qualsiasi tipo: questa è un’altra guerra da vincere, con le indagini, con la cultura e con istituzioni che non lascino soli le imprese in difficoltà. Ancora grazie alla Guardia di Finanza di Rimini”.

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