Il connubio tra digitalizzazione e mondo finanziario è uno dei trend principali che negli ultimi anni ha caratterizzato il mondo del business. L’automazione dei processi, l’impiego di grandi quantità di dati e un approccio guidato dalle esigenze dei clienti hanno dato il via, infatti, a numerose iniziative che ad oggi arrivano addirittura a reinventare il settore assicurativo.
Tra queste, una l’abbiamo ereditata dalla cultura anglosassone ed è sempre più in crescita nel settore assicurativo: stiamo parlando del give back (lo troverete scritto anche give-back oppure giveback).
Si tratta di una nuova proposta vantaggiosa non solo per i consumatori, ma anche per le compagnie di assicurazione per una netta diminuzione di frodi e quindi di riduzione dei risarcimenti e dei relativi oneri che comporta la gestione di un sinistro.
Ma cos’è il give back?
Il lavoro di una compagnia assicurativa è molto simile a quello di un salvadanaio oppure a una cassa comune: vengono raccolti i premi da diversi assicurati che serviranno per pagare gli eventuali sinistri accaduti ad alcuni. Nel caso in cui non si presentino eventi sinistrosi la polizza può essere però vissuta dall’assicurato come una perdita di denaro.
Il give back focalizza, invece, il proprio obiettivo sulla condivisione del capitale versato e sulla restituzione di una parte di esso qualora alla scadenza del contratto di polizza non si siano presentati dei sinistri e quindi i relativi indennizzi.
Esistono diverse società che in altri paesi stanno già operando in questo modo, soprannominato “social insurance” o “assicurazioni peer-to-peer”, riscuotendo un notevole successo: TongJuBao in Cina, Lemonade negli Stati Uniti, Friendsurance in Germania, So-Sure in Inghilterra e Luko in Francia.
Ma in Italia quale società si occupa di give back nel settore assicurativo?
Nel mondo assicurativo tradizionale italiano anche se alla scadenza della polizza stipulata rimangono dei fondi le compagnie non restituiscono nulla. Dal 2016 però si è affacciata al mercato assicurativo Axieme, il primo intermediario con un modello etico e sostenibile esclusivo grazie al “Giveback”, ovvero la restituzione di parte del premio assicurativo, che ogni assicurato può scegliere di destinare alle associazioni benefiche partner.
Gli esperti del settore la definiscono “Social Insurance”: “social” perché la community contribuisce a fare del bene con una logica mutualistica e per l’impatto sociale che ciascuno di noi può avere scegliendo di assicurarsi in questa modalità.