Giacomo Alessi

Maciano Team Runners vince sfida della 100 miglia di Berlino. Il racconto di Jeky Alessi

Il podista ha completato il percorso in meno di 24 ore, bene anche il compagno Federico Manzi

di Riccardo Giannini

Missione compiuta alla 100 miglia di Berlino per i due atleti del Maciano Team Runners. Al via della gara podistica di resistenza, che si snoda su 161 km, attraversando tutto il territorio della città tedesca, c'erano Federico Manzi e Giacomo "Jeky" Alessi, che sono riusciti a completare il percorso entro le 30 ore previste dal regolamento. Manzi ha tagliato il traguardo in 29 ore e 10 minuti, percorrendo peraltro un km e mezzo in più per errore ("Per non farsi mancare nulla, ho pure sbagliato strada nella notte", ha scherzato su Facebook); Giacomo Alessi invece è riuscito a rimanere sotto il tetto delle 24 ore, portando a casa una particolare fibbia, il riconoscimento agli atleti che riescono a terminare la gara entro un giorno. Il tempo di Jeky, 21 ore, 21 minuti e 45 secondi, gli ha permesso di conquistare il terzo posto tra gli italiani, il 54esimo assoluto su 600 corridori (la metà non è arrivata al traguardo).

"Sei anni fa feci la maratona di Berlino e venni a conoscenza di questa gara. Dissi, sono matti a fare 161 km. Ma tornando a casa mi documentai e decisi di parteciparvi", racconta Jeky. Ma c'era uno scoglio: l'iscrizione ogni anno scatta il 9 novembre, il giorno in cui fu data la prima, storica picconata al muro, ma la richiesta di partecipazione è altissima e i posti limitati. "Dopo due anni ce l'ho fatta a iscrivermi. Ora che ho partecipato e ho raggiunto tutti gli obiettivi, non tornerò più. Posso fare solo peggio", scherza Jeky. 

La preparazione alla gara è stata piuttosto complicata. Le temperature altissime registrate a giugno e luglio non hanno aiutato l'esperto podista negli allenamenti: "É stata durissima. Ho cercato di fare qualche gara, come la 100 km del Passatore. Poi in tre giorni ho simulato tre maratone, dalle nostre parti, senza fare lunghissime distanze quali possono essere i 100-120 km. É andata bene". In gara non sono mancati i momenti duri da superare: "La gara è stata durissima, peraltro le ultime tre ore sono state una sofferenza, con una vescica e un'unghia nera. A un certo punto ho rischiato anche di mollare tutto". Ma  era troppo importante arrivare al traguardo e completare la 100 miglia, anche dal punto di vista simbolico, correndo in un luogo che ha vissuto, sulla pelle dei propri abitanti, l'asprezza della "Guerra fredda": "É stato molto emozionante, perchè ripensi a quello che c'è stato e al muro, che divideva una popolazione". 

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