Allevamento intensivo Fileni

‘No alle porcilaie’: anche il Green Festival contro l’allevamento di polli in Alta Valmarecchia

I rappresentanti prendono spunto dalla lettera di Lora Guerra e chiedono di fermare ‘questo ennesimo scempio’

Anche il Green Festival San Marino e Montefeltro contro il progetto del nuovo allevamento intensivo Fileni a Maiolo. I rappresentanti prendono spunto dalla lettera di Lora Guerra, moglie di Tonino, sostenendo le obiezioni poste dalla signora. "In un momento così delicato in cui l'attenzione verso i problemi della natura e dell’ambiente è così rilevante" scrivono "ci chiediamo come si possa ancora procedere con delle modalità così distruttive e irreparabili verso un territorio con una chiara e riconosciuta vocazione turistica e culturale." Nella parte finale del messaggio chiamano a raccolta i cittadini, i rappresentanti "e personalità del mondo culturale, dello spettacolo e della ricerca a prestare la propria voce affinché questo ennesimo scempio non venga compiuto."

Di seguito il comunicato del San Marino e Montefeltro Green Festival

"Come San Marino e Montefeltro Green Festival, ci sentiamo di fare eco alla lettera aperta di Lora Guerra, moglie del poeta Tonino Guerra, per come il valore paesaggistico e culturale della Valmarecchia, nello specifico l’area posta tra Maiolo e San Leo, sia messo gravemente a rischio dal progetto di allevamenti intensivi di polli, da parte di un colosso del settore. 

Lora Guerra si riferisce “ai capannoni che esistevano già nel comune di Maiolo e che ora, stando ad un nuovo progetto di una multinazionale approvato dallo stesso Comune, tenuto finora nascosto alla gente del posto e agli abitanti della valle, diventeranno molto più numerosi, precisamente 19, trasformando e deturpando completamente l’area interessata.”

La sua lettera è un autentico grido di dolore rivolta ai sindaci di Maiolo, San Leo, Novafeltria oltre che al Presidente della Provincia di Rimini, al Presidente della Regione Emilia Romagna e alla Sovrintendenza di Ravenna. 

In un momento così delicato in cui l'attenzione verso i problemi della natura e dell’ambiente è così rilevante, ci chiediamo come si possa ancora procedere con delle modalità così distruttive e irreparabili verso un territorio con una chiara e riconosciuta vocazione turistica e culturale. Come è possibile questo macroscopico scollamento fra il corso della storia e le scelte così scellerate e miopi della politica locale?

Quella vecchia politica di continuare ad aprire nei territori interni e fragili siti produttivi, nonché attività anti ecologiche ed aggressive come quella in questione, semplicemente perché creano (a pochi, e sempre quelli…) qualche effimero beneficio nell'immediato, rischia di precludere per sempre un vero sviluppo sostenibile e culturale delle nostre comunità. Comunità che possono vedere nell'ecoturismo e nelle sue attività e servizi correlati, come nell'artigianato e nella biodiversità agroalimentare, grandi opportunità per rilanciare l'economia delle vallate in linea con la transizione ecologica in atto ed ineluttabile.

Pertanto chiediamo, supplichiamo, cittadini e personalità del mondo culturale, dello spettacolo e della ricerca a prestare la propria voce affinché questo ennesimo scempio non venga compiuto."

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