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Abusa di figlia compagna e la usa per spacciare

Per un paio d’anni, più volte ha abusato sessualmente della figlia (all’epoca tredicenne) della sua nuova compagna e in alcune occasioni l’ha costretta a nascondere nel reggiseno la droga, da spacciar...

A cura di Redazione
31 marzo 2010 18:57
Abusa di figlia compagna e la usa per spacciare - 0
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Per un paio d’anni, più volte ha abusato sessualmente della figlia (all’epoca tredicenne) della sua nuova compagna e in alcune occasioni l’ha costretta a nascondere nel reggiseno la droga, da spacciare poi ai trans che si prostituiscono a Lido di Classe, sul litorale ravennate. Questa l’accusa principale per la quale un disoccupato di 36 anni, originario di Napoli e da tempo residente in una frazione di Ravenna, è stato condannato a 15 anni di carcere (l’accusa ne aveva chiesti 18) e a 58.000 euro di multa. Il collegio penale del tribunale ha anche riconosciuto alla donna e alle sue due figlie (parti civili difese dagli avvocati Paola Brighi e Manuela Liverani) un risarcimento di 170.000 euro, immediatamente esecutivo. L’uomo (difeso dall’avv.Carlo Benini) ha inoltre perso la podestà genitoriale, è stato interdetto dai pubblici uffici per tutta la durata della pena e si è visto revocare l’indulto e la sospensione condizionale, dei quali aveva beneficiato in precedenti condanne. Alla lettura della sentenza, nel primo pomeriggio, era in aula anche la madre dell’imputato, che ha ribadito l’innocenza del figlio per l’accusa di pedofilia e ha manifestato l’intenzione di ricorrere in appello. Anche l’uomo – che ha precedenti per tentato furto, molestie alle persone e appropriazione indebita, rapina a una prostituta dell’Est e maltrattamenti verso la prima moglie – ha sempre respinto ogni accusa nelle lettere scritte dal carcere di Ferrara dove si trova. La squadra Mobile di Ravenna, dopo le indagini scattate su segnalazione di un’assistente sociale, lo aveva arrestato a fine settembre 2008. La ragazzina, sentita a novembre di quell’anno in un incidente probatorio, aveva raccontato di botte, bruciature con la sigaretta, palpeggiamenti e ricatti sessuali: se non si fosse ‘concessa’ non avrebbe più potuto vedere le sue amiche. Inoltre aveva riferito di essere stata costretta a spacciare per lui, e che in un’occasione anche la sorella minore era stata obbligata a nascondere la droga sotto la lingua.

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