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Affitti brevi a Rimini: un terzo delle strutture usa self check-in illegale

Federconsumatori denuncia la diffusione di accessi automatizzati non autorizzati, vietati dalla legge e pericolosi per la sicurezza pubblica. Chiesti controlli più rigorosi e il rispetto delle norme esistenti

A cura di Redazione
17 maggio 2025 13:21
Affitti brevi a Rimini: un terzo delle strutture usa self check-in illegale - self check-in. Foto di repertorio
self check-in. Foto di repertorio
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Federconsumatori Rimini, insieme alla Fondazione Isscon, ha diffuso i dati aggiornati sulla diffusione del self check-in negli affitti brevi in Emilia-Romagna, con un focus sulla provincia riminese. Il fenomeno, già segnalato a livello nazionale, riguarda in particolare i grandi gestori immobiliari, spesso incapaci di garantire un’accoglienza tradizionale e quindi inclini a ricorrere a modalità automatizzate di accesso per i turisti.

A Rimini, su 968 strutture monitorate, ben 326 – pari al 34% – utilizzano sistemi di self check-in, posizionando la provincia tra le prime in regione per incidenza del fenomeno. Una pratica che Federconsumatori definisce chiaramente illegale, come ribadito anche dal Ministero dell’Interno con una circolare del 18 novembre 2024, che vieta ogni forma di accesso automatizzato senza controllo diretto dell’identità degli ospiti.

La legge italiana (art. 109 TULPS) impone infatti l’obbligo per ogni gestore – incluso chi affitta per meno di 30 giorni – di verificare personalmente i documenti degli alloggiati e trasmettere i dati alla Questura tramite il portale Alloggiati Web. Tali regole, pensate per garantire la sicurezza pubblica, vengono spesso ignorate, soprattutto nelle strutture gestite tramite piattaforme come Airbnb, che secondo Federconsumatori mantengono un comportamento “connivente” con le irregolarità, e per questo sanzionabile.

L’associazione riminese sottolinea l’importanza delle iniziative normative intraprese dalla Regione Emilia-Romagna per regolamentare il fenomeno degli affitti brevi, che stanno trasformando profondamente i centri storici e il mercato immobiliare. Tuttavia, Federconsumatori ribadisce che la priorità resta l’applicazione rigorosa delle norme già esistenti, sia sul piano fiscale che su quello della sicurezza, ancora largamente disattese in gran parte delle strutture turistiche.

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