Allarme di Confindustria: “Nella manovra manca la crescita”
Orsini: “Servono investimenti per la competitività. Da gennaio stop agli incentivi, l’industria è nuda”


Alla manovra economica del governo per il 2026 “manca la parola crescita”. A lanciare l’allarme è il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, intervenuto all’assemblea di Assolombarda. “È una parola fondamentale per creare certezza — ha sottolineato —. La crescita si fa con gli investimenti, che ci servono per essere competitivi come dobbiamo essere”.
Durante l’incontro a Palazzo Chigi sulla legge di Bilancio, gli industriali hanno espresso forte preoccupazione per “la mancanza di misure incisive a sostegno degli investimenti”. Il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Camilli, ha ricordato che “da gennaio terminano gli incentivi e l’industria italiana sarà nuda, senza strumenti per competere in uno scenario dominato da incertezza, dazi e rischio di delocalizzazione”.
Secondo le stime dell’associazione, per sostenere la crescita e non bloccare gli investimenti “servono almeno 8 miliardi di euro l’anno”. Una cifra considerata indispensabile per mantenere il tessuto produttivo nazionale competitivo a livello internazionale e garantire continuità alle imprese in una fase economica segnata da rallentamenti e tensioni geopolitiche.