Anche Rimini colpita dalla banda dei baby rapinatori
Sgominato il gruppo responsabile di violenze e scorribande

Dopo mesi di rapine, aggressioni e accoltellamenti tra Romagna e Riviera, è stata smantellata una banda composta da nove minorenni tunisini, tutti tra i 16 e i 17 anni, ospitati nei Centri di accoglienza straordinari (Cas). I giovani erano accusati di aver seminato il panico in diverse città, tra cui Rimini, colpita da episodi violenti nei pressi della stazione ferroviaria e in zone turistiche.
Le indagini, partite a settembre dalla Squadra Mobile di Ravenna, hanno portato alla luce 34 reati, tra cui rapine, lesioni aggravate e un tentato omicidio. La dinamica era spesso la stessa: aggressioni di gruppo, coltelli e spray urticante per derubare coetanei di soldi, cellulari e oggetti personali.
Il gruppo si spostava soprattutto in treno, creando una rete di azioni violente che coinvolgeva varie tratte regionali, da Ravenna fino a Rimini e Imola, oltre a città come Cesenatico e Forlì. Rimini, in particolare, era uno dei punti strategici per le incursioni, complici l’afflusso turistico e le aree ad alta frequentazione giovanile.
I responsabili si erano conosciuti nei Cas della provincia di Ravenna, in particolare a Santa Maria in Fabriago, dove gli stessi operatori erano finiti nel mirino delle loro violenze. Nonostante vari tentativi di ricollocamento in altre regioni (tra cui Parma, Pescara e Caserta), i giovani riuscivano a tornare per riunirsi.
Ora sette di loro si trovano in istituti penali minorili, mentre due sono ancora ricercati. L’inchiesta ha permesso di ricostruire il fenomeno come una vera e propria associazione per delinquere giovanile, radicata sul territorio.