Attesa lunga per esami urgenti, accesso rapido solo a pagamento: la denuncia del Comitato
Una signora si è rivolta al "Comitato giù le mani dall'ospedale di Novafeltria" raccontando la difficoltà di poter fare un esame in tempi brevi

Tempi lunghi in una struttura pubblica per un esame legato ad una patologia seria, attese ridottissime qualora ci si rivolga alla libera professione. Il “Comitato giù le mani dall’Ospedale di Novafeltria” racconta l’esperienza di una signora che si è rivolta a loro per segnalare la situazione relativa alla condizione di salute del marito. Per una risonanza magnetica richiesta in agosto, il primo appuntamento utile è stato proposto per il 20 dicembre. La signora, racconta il Comitato, ha cercato in tutti i modi di poter ridurre i tempi di attesa telefonando più volte al Cup (con lunghe attese prima di poter parlare con un operatore) fino a quando non si è rivolta al Cup di libera professione. “dove mi è stato indicata la possibilità, pagando 350 euro di eseguire l’esame in tempi brevi”racconta ancora la signora.
“Il25Agosto u.s.,tramite e-mail,–hoprovvedutoa segnalareall’URP dell’Ospedale Infermi ilmancatorispettodeitempidelleListediAttesa.Ad oggi non ho ancora ricevuto riscontro, se non quello di un operatore, che questa mattina mi ha risposto che loro hanno ricevuto la mia segnalazione il 26 Agosto 2024 e da quella dovevano partire i 60 giorni “ .
“Non vogliamo entrare in merito alle mancate od errate risposte dell’URP” dice il Comitato “ma ci sentiamo di stigmatizzare questo andazzo, che persiste anche di fronte a patologie gravi, dove il fattore tempo può fare la differenza tra la vita e la morte e di chi può pagare e chi no. Oggi è partita la prima richiesta; seguiremo lo sviluppo della vicenda pronti a denunciare nelle sedi competenti eventuali ritardi o dinieghi da parte dell’AUSL della Romagna. “
Di seguito la nota stampa del Comitato
Mi chiamo ………. Comincia così la e-mail, che abbiamo ricevuto, e che cosi riassumiamo “ a mio marito è stato diagnosticato un tumore alla prostata, abbiamo chiesto la prenotazione per una risonanza magnetica pressol’U.O.di Radiologia dell’Ospedale“Infermi”di Rimini e, come prima data utile, ci è stata indicata la data 20 Dicembre 24.”Ho fatto infiniti tentativi: telefonate al reparto di Urologia Rimini per avere una prescrizione in tempi brevi, telefonate alla Radiologia di Rimini per vedere se si era liberata una data dopo una attesa telefonica di 50 minuti, ho telefonato al CUP che non può prenotare l’esame. Mi sono recata al CUP dell’Ospedale di …………. che non può modificare la data dell’esame. Disperata, ho telefonato al CUP in libera professione Radiologia Rimini dove mi è stato indicata la possibilità, pagando 350 euro di eseguire l’esame in tempi brevi.Il25Agosto u.s.,tramite e-mail,–hoprovvedutoa segnalareall’URP (Ufficio Relazioni con il pubblico)dell’Ospedale Infermi ilmancatorispettodeitempidelleListediAttesa.Ad oggi non ho ancora ricevuto riscontro, se non quello di un operatore, che questa mattina mi ha risposto “che loro hanno ricevuto la mia segnalazione il 26 Agosto 2024 e da quella dovevano partire i 60 giorni “.Ci chiede in chiusura, se esista, il diritto di essere rimborsati dall’ AUSL trascorso il tempo massimo di attesa.
Gli abbiamo risposto : Nel caso segnalato, il decreto legislativo n. 124 del 29 aprile 1998,all’art 3, comma 10, si stabilisce che le Regioni, attraverso i direttori delle Aziende Unità Sanitarie locali e ospedali, devono stabilire i tempi massimi che intercorrono tra la prestazione quando viene richiesta e quando viene erogata : 30 giorni per le visite specialistiche e 60 per gli esami diagnostici(Accordo Stato Regioni dell’11 luglio 2002, (repertorio atti n.1488) Tale intervallo di tempo dovrebbe essere ben pubblicizzato e comunicato all’assistito al momento della richiesta della prestazione (n.d.r ).
Trascorso tale tempo, può essere rivolta alla direzione della AUSL, la richiesta di prestazione in regime di attività libero-professionale intramoenia con onere a carico del Servizio Sanitario Nazionale. In caso di mancata e tempestiva comunicazione in merito, la predetta prestazione può essere effettuata privatamente con successiva richiesta di rimborso a carico dell’Azienda.
Non vogliamo entrare in merito alle mancate od errate risposte dell’URP, né del colpevole silenzio che le aziende sanitarie (compresa la nostra) usano in argomento, – conclude il comunicato del Comitato – ma ci sentiamo di stigmatizzare questo andazzo, che persiste anche di fronte a patologie gravi, dove il fattore tempo può fare la differenza tra la vita e la morte e di chi può pagare e chi no.
Oggi è partita la prima richiesta; seguiremo lo sviluppo della vicenda pronti a denunciare nelle sedi competenti eventuali ritardi o dinieghi da parte dell’AUSL della Romagna.