Auto, l’Italia resta indietro: mercato congelato e elettriche al palo
Mentre l’Europa cresce lentamente, nel nostro Paese la quota di veicoli a zero emissioni è quattro volte inferiore alla media e i nuovi Ecobonus tardano a partire, rallentando la transizione

A luglio in Europa Occidentale (Ue, Efta e Regno Unito) sono state immatricolate 1.085.356 nuove auto, con una crescita del 5,9% rispetto al 2024, ma ancora ben al di sotto dei livelli pre-pandemia: il confronto con il 2019 segna infatti un crollo del 18,4%. Nei primi sette mesi dell’anno, secondo i dati Acea, le immatricolazioni si sono fermate a 7,9 milioni di unità, praticamente invariate rispetto allo stesso periodo del 2024.
La crescita delle elettriche in Europa prosegue ma a ritmi insufficienti: a luglio hanno rappresentato il 15,6% del mercato, in aumento rispetto al 12,5% dell’anno scorso, ma ancora distanti dagli obiettivi della transizione. A trainare le vendite restano invece le ibride, con una quota del 34,7%, che confermano la preferenza dei consumatori.
Sul fronte industriale, Stellantis frena: a luglio ha immatricolato 151.391 vetture, in calo dell’1,1% rispetto al 2024, con la quota di mercato scesa al 13,9%. Ancora peggio il bilancio dei primi sette mesi: -8,1% di immatricolazioni e quota ridotta al 15,1%. In parallelo, il gruppo ha comunicato ai sindacati un nuovo ricorso agli ammortizzatori sociali nello stabilimento di Mirafiori, con contratti di solidarietà che dal 1° settembre coinvolgeranno 2.297 lavoratori.
Sul mercato europeo emergono nuovi protagonisti: la cinese Byd cresce del 225%, superando Jeep, mentre Tesla continua la sua parabola discendente con un pesante -40%.
L’Italia indietro sulla mobilità elettrica
Se l’Europa nel complesso procede lentamente, l’Italia appare decisamente in ritardo. L’Unrae sottolinea come nel nostro Paese la quota delle auto elettriche (Bev) sia oggi quasi quattro volte inferiore alla media europea. Un dato che pesa ancora di più alla luce del ritardo nell’attivazione dei nuovi Ecobonus, la cui pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è ancora attesa e che, di fatto, sta congelando la domanda.
Secondo l’Anfia, è urgente una revisione pragmatica della strategia di decarbonizzazione, con misure di sostegno coordinate a livello europeo e nazionale. Ma per l’Italia il nodo resta duplice: da un lato un’offerta produttiva che fatica a reggere il passo (come dimostrano le difficoltà di Stellantis a Torino), dall’altro una domanda interna frenata dall’assenza di politiche stabili di incentivo e da una rete infrastrutturale di ricarica ancora insufficiente.
L’allarme degli analisti
Il Centro Studi Promotor parla di un “risultato disastroso” per l’Europa occidentale, in forte contrasto con le performance del resto del mondo che ha già superato i livelli pre-pandemia. Per gli esperti, la causa principale è da ricercare nella politica europea di transizione energetica, in particolare nel divieto di vendita di auto endotermiche dal 2035, misura che non trova riscontro in nessun’altra grande economia mondiale.
Anche se le elettriche stanno crescendo, il percorso resta fragile. E in questo scenario, l’Italia rischia di pagare il prezzo più alto: senza un’accelerazione immediata sugli incentivi e sulle infrastrutture, il nostro Paese resterà ai margini della nuova mobilità.