Buon compleanno Fratelli Anelli: 65 anni di lavoro e passione
Alvaro Anelli: "Non ci penso neanche a fermarmi, lavorerò fino a 90 anni

Rischia di sembrare una giornata come tante, scandita da piccoli gesti che il tempo ha trasformato in ritualità quasi sacrali. Dall’apertura dei cancelli, sempre prima dell’alba, al caffè coi biscotti offerti agli ospiti nel suo piccolo ufficio carico di scartoffie e cimeli. Fino al motto “con grinta e dinamismo” che, come un mantra, ama ripetere a sè stesso e ai suoi dipendenti da oltre mezzo secolo. Eppure giovedì Alvaro Anelli festeggerà 65 anni di un’incredibile carriera aziendale: il 15 maggio del 1960, insieme ai fratelli Alberto (detto Berto) e Bruno, alzava per la prima volta la saracinesca di F.lli Anelli, allora un piccolo magazzino di 50 metri quadrati su via Bastioni Settentrionali a Rimini. Il resto è storia. Oggi l’impresa (“siamo sempre una snc”, ribadisce con forza ogni volta che può), con il suo quartier generale a Sant’Ermete di Santarcangelo è leader nella rivendita di materiali edili, conta circa 80 dipendenti e negli anni ha aperto sette magazzini (l’ultimo inaugurato solo pochi mesi fa a Riccione) per un totale di 200 mila metri quadrati tra capannoni e piazzali.
Erano gli anni del boom economico, i sacchi di calce si facevano con le mani e il cemento si vendeva alle grandi imprese che in quel periodo stavano costruendo la Rimini del futuro, quella immaginata dal sindaco Walter Ceccaroni. “Uno sviluppo miracoloso, in dieci anni dal nulla siamo diventati grandi”, ricorda commosso Alvaro Anelli, mentre dall’alto delle sue 85 primavere stringe tra le mani il suo primo libretto del lavoro, numero 4033, con cui iniziò da manovale nel primo dopoguerra. “Avevo 12 anni. Dicevano che ero piccolo, ma avevo una gran forza. Da lì è iniziata la mia storia, fino all’inaugurazione nel 1960 della nostra azienda famigliare. Se ricordo il primo giorno di lavoro? Certo. Minuto per minuto. Ricordo che a mezzogiorno avevamo già incassato 15 lire, eravamo stracontenti. Rimanevo in magazzino 14 ore al giorno, con il babbo e i miei fratelli. Ma n’è valsa la pena”.
“Non siamo solo un’azienda, ma una grande famiglia”. Alvaro lo ripete spesso. Ogni volta mettendoci un po’ più enfasi “Siamo due fratelli (Bruno è scomparso nel 2014, ndr), con otto figli maschi. La nostra è una famiglia patriarcale, andiamo tutti d’accordo e quello che conta, anche dopo 65 anni, sono sempre i valori”.
“Ma quale imprenditore, resto un commerciante”, ribadisce spesso, avvolto nella sua iconica giubba celeste con cui ogni venerdì spazza ancora da solo tutto il piazzale di via Marecchiese. E dire che motivi per gonfiare il petto e mettersi in giacca e cravatta ce ne sarebbero. Nel 1994 fu insignito Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, mentre nel 2022 l’allora sindaco di Santarcangelo Alice Parma lo premiò con l’Arcangelo d’Oro, il più alto riconoscimento della città clementina. Eppure, dopo 65 anni, il suo motto rimane sempre lo stesso. “Il mattino alle 7 è già notte, la sera alle 9 è ancora giorno e sempre con grinta e dinamismo”.
“Siamo sopravvissuti, rimanendo sempre noi stessi”. In questi 65 anni non sono mancati nemmeno i momenti bui. Come la morte dell’amato fratello Bruno e, sul piano aziendale, le vari crisi che hanno colpito l’edilizia: quella degli anni Ottanta, prima del condono del 1985, ma soprattutto quella locale che ha ingessato il settore dal 2010 al 2019. “Abbiamo stretto la cinghia, investendo i nostri patrimoni, ma siamo rimasti in piedi. Senza strani stratagemmi. Mentre in tanti, tra le imprese più grandi di Rimini e provincia, sono fallite”. Ma la forza dell’azienda, anche nei periodi più remunerativi, è sempre stata quella di rimanere se stessa. “Mentre in tanti hanno fatto il passo più lungo della gamba, provando a costruire in proprio, noi abbiamo continuato a fare quello che sappiamo fare meglio: produrre manufatti in cemento e vendere materiale per l’edilizia. Una scelta intelligente che alla fine ci ha premiati”.
“Il mio obiettivo? Lavorare almeno fino a 90 anni e festeggiare i 70 anni di Fratelli Anelli”. A chi gli chiede quando andrà in pensione, risponde con un’occhiataccia. “Non ci penso neanche, ho ancora tanta voglia di lavorare. Oggi il mercato è cambiato, ci sono tante aziende improvvisate, molti gruppi locali hanno chiuso bottega e la concorrenza dei grandi gruppi da fuori si è fatta agguerrita ma siamo solidi e proiettati nel futuro. Spero di arrivare a brindare per i 70 anni di Fratelli Anelli, quel giorno sì che faremo una grande festa”. Mentre quella di giovedì, assicura Alvaro, sarà una mattinata come tante. “Una bottiglia e qualche pasticcino, poi via a lavorare. Sempre con grinta e dinamismo”. Insomma, tutto come sempre. Da 65 anni.
