C'è un mercato in cui Amazon non sfonda: è quello dei ricambi auto

Marco Bracchi di Union Ricambi Rimini: "Il nostro mondo è complicato. Anche per un pezzo semplice serve la giusta competenza"

A cura di Riccardo Giannini Redazione
23 settembre 2025 12:54
C'è un mercato in cui Amazon non sfonda: è quello dei ricambi auto -
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In un’epoca in cui l’e-commerce ha rivoluzionato (e spesso stravolto) interi settori economici, dall’abbigliamento all’elettronica di consumo, passando perfino per la spesa, esiste un mondo che ancora resiste all’assalto dell’online: quello dei ricambi auto.

Nonostante esistano grandi piattaforme che offrono componenti per ogni tipo di veicolo, il mercato dei ricambi non è stato travolto come altri. E non è un caso. La spiegazione sta in una parola chiave: complessità. Ordinare un ricambio per la propria auto non è affatto semplice, anche quando si parla di componenti apparentemente banali, come le pastiglie dei freni. Un errore di codici, una piccola variazione tra modelli simili, o un aggiornamento tecnico nel corso della produzione dello stesso veicolo possono bastare per rendere incompatibile un pezzo con l’auto su cui si vuole montarlo.

Lo sa bene Marco Bracchi, presidente di Union Ricambi, azienda leader nel settore in provincia di Rimini, che ogni giorno serve quasi 300 officine del territorio.

"A differenza di altri settori, nel nostro l’online non ha ancora sfondato perché i ricambi auto sono un mondo complicato. Anche per un pezzo semplice come le pastiglie dei freni, serve competenza per individuare quello giusto. Il nostro lavoro di transcodifica è fondamentale: abbiamo gli strumenti per confrontare codici, produttori e versioni e dare al meccanico o al cliente esattamente ciò che serve. Questo l’e-commerce non lo fa. Siamo fortunati, da noi il fattore umano ha ancora un peso molto forte", spiega Bracchi.

E in effetti è proprio questo passaggio tecnico, spesso invisibile agli occhi dell’utente finale, a rappresentare uno dei principali “anticorpi” del settore contro il dilagare della vendita online. Il ricambista, insieme al meccanico, rappresenta una figura di filtro e garanzia. Un utente non esperto, pur volendo risparmiare acquistando un ricambio su internet, rischia di sbagliare acquisto o di affidare la propria auto a una parte non idonea.

Ma anche ammesso di riuscire a trovare il componente corretto, resta lo scoglio più concreto, quello del montaggio. Alcuni ricambi possono sembrare alla portata di tutti, come un coprivolante o una coppia di spazzole tergicristallo, ma la maggior parte richiede non solo competenza, ma anche strumenti professionali, tempo e responsabilità. Montare da sé un filtro dell’olio, una valvola EGR o un componente elettronico non è solo complicato (per non dire impossibile): è rischioso. Ed è proprio qui che molti tentativi di “fai da te digitale” si infrangono contro la realtà.

"Anche chi acquista online — continua Bracchi — spesso alla fine si ritrova a bussare alla porta dell’officina per montare il pezzo. Ma i meccanici, giustamente, non sempre accettano di installare un ricambio comprato altrove: si assumerebbero una responsabilità su un prodotto di cui non conoscono la provenienza, e che potrebbe non essere conforme agli standard di sicurezza".

La fiducia, la relazione diretta, la tracciabilità dei pezzi e la competenza tecnica sono ancora elementi insostituibili. E proprio per questo, almeno per ora, il settore dei ricambi auto sembra tenere testa all’ondata digitale che ha messo in crisi molti altri comparti. L’unico elemento che potrebbe cambiare davvero le cose, in futuro, è l’intelligenza artificiale. Se piattaforme digitali più evolute riuscissero a guidare l’utente nell’identificazione precisa del ricambio, magari leggendo il libretto auto o riconoscendo tramite targa la versione esatta del veicolo, parte di questo “filtro umano” potrebbe essere aggirato. Ma neppure l’Ia, almeno per ora, può stringere bulloni, testare componenti o garantire un intervento a regola d’arte. È per questo che la filiera tradizionale — fatta di ricambisti, meccanici e clienti — continua a reggersi su un ecosistema locale che funziona. Basato su professionalità, conoscenza tecnica e rapporto diretto, è un modello che, almeno per ora, resiste all’automazione globale.

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