Centri estivi nelle scuole di Rimini: 18 quelle coinvolte

L’Amministrazione comunale organizza centri estivi 2024 per bambini e coinvolge terzo settore.

Centri estivi nei plessi scolastici messi a disposizione dall’Amministrazione comunale. La lista delle assegnazioni è stata stilata seguendo le linee guida per la concessione degli edifici e delle attrezzature scolastiche delle scuole primarie – di proprietà comunale – per l’organizzazione dei centri estivi 2024.

Il concetto alla base è quello di sviluppare le modalità attraverso cui soddisfare l’esigenza, sempre più sentita, da parte dei cittadini – e dunque dell’Amministrazione – di poter usufruire di servizi educativi di qualità anche nel periodo estivo, attraverso lo sviluppo di alcuni principi base, tra cui:

a) sviluppo dell’identità ed alla socializzazione

b) accoglienza e integrazione delle diversità

c) favorire la conoscenza del territorio

d) prevenzione del disagio giovanile

 Per la realizzazione dei centri estivi 2024 l’Amministrazione comunale coinvolgerà, mediante lo strumento dell’ istruttoria pubblica, i soggetti del terzo settore.

La delibera riguarda ogni anno un numero variabile di scuole riminesi (in media circa quindici, quest’anno diciotto). Grazie ad una convenzione già stipulata dall’Amministrazione con le istituzioni scolastiche, infatti, gli edifici e le attrezzature scolastiche possono essere utilizzati fuori dall’orario del servizio scolastico per attività che realizzino la funzione della scuola come centro di promozione culturale, sociale e civile; il comune o la provincia hanno facoltà di disporre la temporanea concessione, previo assenso dei consigli di circolo o di istituto, nel rispetto dei criteri stabiliti dal consiglio scolastico regionale.

Tra i criteri qualitativi previsti utilizzati concessione degli spazi:

  • Accoglienza di bambini con disabilità
  • Tempo di permanenza
  • Ampiezza quantitativa e qualitativa dell’accoglienza
  • Orario giornaliero di apertura
  • Periodo di realizzazione dei Centri Estivi
  • Presenza di un responsabile con ruolo di coordinatore
  • Presenza di personale non volontario qualificato
  • Somministrazione di pasti
  • Massima sostenibilità degli oneri per l’utenza

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