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Cgil, crescono turismo e presenze in Emilia-Romagna, ma il lavoro nel settore resta fragile e sottopagato

La CGIL propone un confronto tra istituzioni e parti sociali per riformare l’intero settore

A cura di Redazione
06 giugno 2025 10:18
Cgil, crescono turismo e presenze in Emilia-Romagna, ma il lavoro nel settore resta fragile e sottopagato -
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In una nota stampa, Emiliano Sgargi, Segretario Generale della Filcams CGIL Emilia-Romagna, accoglie con favore i dati positivi sul turismo regionale nel primo quadrimestre 2025, ma denuncia il forte squilibrio tra la crescita economica del settore e le condizioni di lavoro di chi vi è impiegato. Precarietà, sfruttamento e illegalità restano troppo spesso la norma. Sgargi ribadisce la necessità di una svolta: servono investimenti nella qualità del lavoro, formazione, stabilità occupazionale e un confronto serio tra istituzioni e parti sociali per restituire dignità ai lavoratori del turismo. 


La nota stampa di Emiliano Sgargi, Segretario Generale della Filcams CGIL Emilia-Romagna

Accogliamo con soddisfazione i dati del primo quadrimestre 2025 che attestano una crescita del 2,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente sugli arrivi di turisti italiani e stranieri, così come la crescita dei pernottamenti pari al'1,7%.

 

Questa crescita conferma l'importanza strategica del settore nella nostra Regione nelle sue varie articolazioni, dalle città d'arte alla Riviera passando per gli Appennini e condividiamo le valutazioni sul "buono stato di salute" del nostro sistema turistico regionale.

 

Nel contempo però ci vediamo costretti a rimarcare il pessimo stato di salute delle condizioni di lavoro delle migliaia di lavoratrici e lavoratori impiegati nel settore, dagli alberghi ai bar e dai ristoranti agli stabilimenti balneari.

 

Precarietà contrattuale, part-time involontari, lavoro povero, flessibilità esasperata, mancato rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza restano infatti ad oggi una condizione di normalità diffusa. A cui si sommano troppo spesso fenomeni di vera  e propria illegalità: lavoro nero e grigio, appalti illeciti e non genuini, interposizione illecita di manodopera, lavoro a cottimo.

 

Restiamo convinti che l’industria turistica emiliano romagnola necessiti di una visione alternativa, che valorizzi il lavoro a partire dalla redistribuzione della ricchezza prodotta e che investa in formazione e qualificazione professionale per favorire  stabilità occupazionale e condizioni di lavoro sostenibili.

 

Non è più rinviabile la necessità di avviare un confronto serio e serrato tra parti sociali ed istituzioni, dai livelli territoriali a quello regionale, per restituire agli occupati del settore turistico la dignità che meritano.

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