Concessioni balneari, l'ipotesi clamorosa: ombrelloni chiusi ad agosto sulle spiagge
L'ipotesi sorprendente: sciopero sulle spiagge senza legge sulle concessioni balneari


Senza una legge del governo sulle concessioni balneari, gli imprenditori appartenenti al sindacato italiano balneari (Sib-Fipe Confcommercio) sono pronti allo sciopero: ombrelloni e spiagge chiuse d’estate.
Lo riferisce il presidente nazionale Antonio Capacchione, che accusa Governo e Parlamento di inerzia, di aver ignorato le richieste di incontro per chiarimenti sugli indirizzi politici del Governo sulla materia e, infine, di aver causato un caos amministrativo.
Mentre i Comuni chiedono a gran voce un decreto che fissi le regole per i bandi con cui poi assegnare le concessioni balneari, il Sib guarda con preoccupazione a quelli che i bandi li stanno emanando, in assenza di una regolamentazione nazionale, “con conseguente esteso e grave contenzioso in sede giudiziaria che saremo costretti a intraprendere per la tutela delle aziende attualmente operanti”.
“Si è creata, pertanto, una situazione caotica che impone al Governo e al Parlamento di adottare un provvedimento legislativo che dia certezza agli operatori privati e agli Enti che esercitano le funzioni amministrative. Sono del tutto inutili e inefficaci eventuali promesse di interventi futuri, così come proposte di legge di iniziativa parlamentare per la cui approvazione è necessaria una tempistica in contrasto con l’urgenza che la situazione impone“, attacca Capacchione.
Le parole del presidente del Sib sono chiare: o arriva un provvedimento del Parlamento, prima della pausa estiva, altrimenti partiranno proteste e scioperi.
“Spiegheremo ai clienti il ruolo e la funzione della balneazione attrezzata italiana, frutto di professionalità ed esperienza. Chiariremo, poi, che, con una errata applicazione della Bolkestein, non solo non ci saranno più spiagge libere e ci saranno aumenti delle tariffe, non riduzioni, come già avvenuto in quelle località dove si è provveduto con le gare. Stiamo operando insieme alle altre sigle sindacali del settore per il più ampio coinvolgimento della categoria in questa inevitabile, azione sindacale di protesta nei confronti del Governo al fine di evitare una errata applicazione della Direttiva Bolkestein”, chiosa Capacchione.