Crac Ac Cesena: condannati ex soci e revisori, assolti i dirigenti sportivi
Il tribunale riconosce il dissesto per mancati pagamenti IVA e non per le plusvalenze. Pene fino a 4 anni e 4 mesi

A sette anni dal fallimento dell’Ac Cesena (16 luglio 2018), il tribunale ha emesso la sentenza di primo grado. Assolta l’area tecnico-sportiva: non furono le plusvalenze a causare il dissesto, ma il mancato pagamento dell’IVA attraverso rateizzazioni usate per auto-finanziarsi.
Condannati: tutti gli amministratori, soci e revisori coinvolti nella gestione economica della società. Le pene più severe (4 anni e 4 mesi) a Mauro Giorgini e Claudio Manuzzi, ex soci e membri dei Cda di AC Cesena e della controllante Cesena & Co. Condannati anche Christian Dionigi (3 anni e 10 mesi), Stefano Biondi e Barbara Galassi (entrambi area contabile, circa 3 anni e mezzo).
Assolti: i protagonisti dell’area tecnica (Piangerelli, Foschi), l’ex dg Luca Mancini e il revisore Enrico Brunazzi. Per Luca Campedelli (ex presidente Chievo), assoluzione per i bilanci fino al 2017, ma condanna a 2 anni per l’ultimo esercizio legato al dissesto.
La richiesta di risarcimento da 50 milioni avanzata dal curatore fallimentare è stata respinta, poiché tutti gli imputati coinvolti in quella parte del processo sono stati assolti.