Dazi Usa-Ue: forte preoccupazione per l’economia riminese
La provincia di Rimini, fortemente legata all’export verso gli Stati Uniti, rischia pesanti ripercussioni sull’occupazione e sulla competitività

Dopo mesi di negoziati, l’accordo sui dazi tra Stati Uniti ed Europa rischia di colpire duramente anche la provincia di Rimini, parte di un sistema regionale fortemente orientato all’export. A lanciare l’allarme è il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, che definisce l’intesa “asimmetrica e penalizzante”, sottolineando come “una supertassa sui nostri prodotti” possa avere ripercussioni pesanti sul tessuto economico locale.
L’Emilia-Romagna è la seconda regione italiana per esportazioni verso gli Usa, con 10,5 miliardi di euro di beni esportati nel 2024 (16,2% del totale nazionale). Il 12,5% dell’export regionale è diretto al mercato americano, un dato che coinvolge direttamente le oltre 6.000 imprese che operano nei settori chiave: automotive, macchinari industriali, alimentare e farmaceutica.
Per la provincia di Rimini, il rischio è elevato: l’economia locale è caratterizzata da un mix di imprese manifatturiere e agroalimentari che trovano negli Stati Uniti uno sbocco commerciale strategico. Il settore della meccanica specializzata e quello alimentare – dal vino ai prodotti tipici – sono tra i più esposti all’aumento dei dazi.
“Le conseguenze – avverte de Pascale – potrebbero tradursi in un calo delle esportazioni, perdita di competitività e ricadute sull’occupazione. Ci aspettiamo che il Governo intervenga subito con misure di sostegno ai comparti più colpiti.”
La Regione ha assicurato il massimo impegno per tutelare le imprese, ma l’incertezza legata all’accordo potrebbe frenare gli investimenti e mettere in difficoltà molte realtà produttive riminesi già alle prese con un contesto economico complesso.