È scomparso Fernando Pelliccioni, famoso notaio di Rimini e appassionato di arte
Ha lasciato nipoti e figli all'età di 89 anni

E' scomparso all'età di 89 anni Fernando Maria Pelliccioni, famoso notaio di Rimini e grande appassionato di arte, padre e nonno affettuoso.
Aveva solo 36 anni quando iniziò la sua carriera nel distretto di Pesaro-Urbino nel 1962, approdando a Rimini nel 1968, dove esercitò la sua professione fino alla pensione, nel 2010.
Fra i fondatori e presidente della Round Table Rimini, rotariano storico, fu conservatore dell’archivio mandamentale di Rimini per 15 anni.
Come riporta Corriere Romagna, rivestì un ruolo di primo piano anche nello sport, come vicepresidente del Baseball Club Rimini nel 1973, quando la squadra brillò in vari campionati, coppe d’Italia e coppe dei campioni. Significativa anche la sua esperienza nel mondo bancario: dalla Banca Popolare di Cesena a Carim di cui ottenne la vicepresidenza nel 1992, su proposta di Bankitalia e nomina del ministro del Tesoro, Guido Carli. Dopo lo scorporo bancario, assunse in aggiunta la vicepresidenza della Fondazione Cassa di Risparmio, poi divenne presidente di Carim dal 1998 fino al 2007. Ha seduto, fra l’altro, nel cda dell’Associazione bancaria italiana, e si è distinto come vicepresidente nazionale dell’Associazione istituti di credito su Pegno.
Uomo di cultura, ha lasciato il segno anche nel mondo intellettuale. Accademico della “Rubiconia Accademia dei Filopatridi” e dell’Accademia degli Incamminati, ha ricevuto la medaglia dello Stato italiano per la sua “meritoria attività culturale, tesa al recupero del patrimonio artistico locale e al suo restauro”, mentre il presidente Giorgio Napolitano l’ha nominato Cavaliere al merito della Repubblica.
Grande appassionato d’arte, ha riportato in città numerosi beni artistici come l’Astronomicon e la Sacra Conversazione di Lattanzio da Rimini, recuperata nel 1994 alla Galleria Fisher di Lucerna. Il 13 dicembre 1996 a Londra per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, ha messo a segno il più insperato recupero degli ultimi decenni, con il capolavoro della scuola riminese del Trecento: la “Pala dell’Incoronazione della Vergine”, trittico di Giuliano da Rimini, poi esposto al Museo. Tra le altre acquisizioni si contano molte opere di artisti romagnoli del Cinquecento.
Lo ricorda il figlio Nicola: «Nonostante gli impegni – sottolinea - è stato un padre incredibile, sempre presente. Ha appoggiato ogni nostra scelta: sia che seguissimo la sua strada come nel caso di mio fratello Giacomo, oggi avvocato, sia una via diversa, quale l’agricoltura per me». Inoltre ha sempre fatto del bene «ma a riflettori spenti». Oltre all’arte, tra gli interessi menziona il baseball, lo sport «a cui – dice - ha fatto appassionare anche noi due figli maschi, prima come giocatori e poi come fondatori di una nostra società». Pelliccioni lascia la moglie Maria Cristina Serafini, tre figli e altrettanti nipoti. I funerali si svolgeranno domani alle 15.30 presso la chiesa di San Girolamo a Rimini in viale Principe Amedeo.