Economia circolare in Romagna: tra buone intenzioni e realtà

A Rimini e Cesena, la domanda di ricambi auto rigenerati è ostacolata dai prezzi competitivi dei pezzi nuovi

A cura di Grazia Antonioli Redazione
03 dicembre 2025 10:55
Economia circolare in Romagna: tra buone intenzioni e realtà -
Condividi

Parlare di economia circolare nel 2025 non è più una moda. È una parola d’ordine che troviamo nei documenti dell’Unione europea, nei convegni, nei progetti di sostenibilità e perfino nelle pubblicità. Tutti dichiarano di voler fare la propria parte: cittadini, istituzioni, imprese. Eppure, osservando il settore dei ricambi auto dal cuore della Romagna, la sensazione è diversa.

Lo conferma Marco Bracchi, presidente di Union Ricambi, storica realtà con sedi a Rimini e Cesena: “Tutti dicono di volere i pezzi rigenerati. A parole, nessuno li metterebbe in discussione. Ma quando si arriva al preventivo, il prezzo diventa l’unico vero criterio di scelta. E lì crolla la buona volontà”.

I numeri globali sembrano raccontare una storia diversa: il mercato dei componenti auto rigenerati oggi vale circa 70 miliardi di dollari, e secondo le stime quasi raddoppierà entro il 2034. Un segnale che l’economia circolare, almeno sulla carta, funziona. Ma guardando da vicino, sul territorio, il quadro cambia.

“Un tempo si rigenerava quasi tutto: alternatori, frizioni, piccole parti elettriche, pinze e ganasce dei freni”, spiega Bracchi. “Oggi la soglia di convenienza si è alzata. Tutto quello che sta sotto i 200 euro non conviene più. A stroncarlo è stata l’apertura dei mercati asiatici, in particolare la Cina, che inonda il mercato con pezzi nuovi a prezzi bassissimi. In quelle condizioni, la domanda per il ricondizionato è praticamente sparita. E con la domanda, sono spariti anche i produttori”

In altre parole, comprare nuovo è diventato più semplice ed economico. Il rigenerato resta conveniente solo per le componenti più costose, dove le garanzie, i test e la qualità fanno la differenza. Per tutto il resto, l’equilibrio si è rotto. La contraddizione è evidente: da un lato la sensibilità ambientale cresce, i riminesi dicono di volere prodotti sostenibili, e non mancano i discorsi pieni di buone intenzioni. Ma dall’altro lato, quando si passa alla pratica, il prezzo detta legge. Union Ricambi diventa così un osservatorio privilegiato: “La consapevolezza c’è – ribadisce Bracchi – ma alla fine la scelta ricade sempre sul portafoglio. Lo vediamo ogni giorno al banco". Ecco perché, per molti operatori, l’economia circolare rischia di restare confinata più nei convegni che nelle officine. Rigenerare costa, importare meno. È un calcolo che non lascia spazio a romanticismi.

La lezione che arriva da Rimini è chiara: il mercato funziona, ma con molti “se”. Senza politiche mirate e incentivi concreti, l’economia circolare rimarrà una promessa a metà. “Non bastano gli slogan – conclude Bracchi – servono misure che rendano la scelta sostenibile anche quella più conveniente. Solo così potremo davvero cambiare marcia”

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail