Emergenza casa, Confcooperative Romagna: “Servono risposte rapide e concrete”
Il presidente Mauro Neri rilancia il ruolo dell’Edilizia Residenziale Sociale e chiede il sostegno dei Comuni per alloggi e terreni a costo zero
Il recente convegno organizzato da ACER (Azienda Casa Emilia-Romagna) a Rimini ha riacceso i riflettori sull'Edilizia Residenziale Sociale (ERS) e sull'emergenza casa, un tema sentito in particolare nei centri urbani. Mauro Neri, Presidente di Confcooperative Romagna, interviene nel dibattito ponendo l'accento sulla necessità di un approccio rapido e strutturale.
«L’emergenza abitativa la sentiamo oggi molto forte e servono risposte immediate e di breve periodo. Purtroppo infatti – sottolinea Neri - i prezzi di vendita e i canoni di locazione sono divenuti insostenibili per le famiglie con redditi medio-bassi. L’Edilizia residenziale sociale (ERS) può essere una delle soluzioni».
L’ampiamento della forbice della domanda negli ultimi due anni rende difficile assicurare risposte solo tramite l’edilizia sociale residenziale. Confcooperative Romagna e il sistema cooperativo territoriale richiedono una pluralità di azioni e risposte, anche nel breve periodo: «Penso ad esempio – continua Neri - all’utilizzo di alloggi di proprietà privata già disponibili con opportune garanzie, o alle risorse messe a disposizione dalla Regione per i Comuni e le Acer per sistemare alloggi pubblici inutilizzati e destinarli alla locazione ERS. E poi, ovviamente, all’edilizia residenziale sociale privata di nuova costruzione o ristrutturazione edilizia ma chiaramente interventi cantierabili nel breve periodo: non possiamo pensare di rispondere alla domanda urgente di giovani e famiglie con previsioni che necessitano di nuovi strumenti urbanistici che richiederebbero tempi troppo lunghi».
Nel contesto dell’Edilizia sociale residenziale, la cooperazione è pronta a fare la sua parte, ma chiede il contributo fondamentale dagli enti locali: «Per abbattere il costo di realizzazione e, quindi, il canone di locazione, i terreni che si mettono a disposizione devono essere già urbanizzati e a ‘costo zero'. Oppure – prosegue Neri -, se si tratta di edifici da ristrutturare, devono avere un costo iniziale pari a 'zero'. È fondamentale che i Comuni verifichino quali aree di proprietà già urbanizzate o immobili da ristrutturare possono mettere a disposizione».
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