Evasione da film nella notte: detenuto scappa dal carcere di Opera, è caccia all’uomo
Un episodio che riapre il dibattito sulle carceri
Un 41enne — Toma Taulant — è evaso nella notte dalla Casa di Reclusione di Milano Opera: secondo le autorità ha segato le sbarre della finestra della sua cella e si è calato all’esterno usando lenzuola annodate.
La fuga e il profilo dell’evaso
L’evasione sarebbe avvenuta durante la notte tra il 6 e il 7 dicembre 2025; al mattino, durante il consueto “giro” della polizia penitenziaria, l’uomo non era più nella sua cella. Toma Taulant ha 41 anni e una condanna in corso con fine pena previsto per ottobre 2048. Secondo le autorità è al suo quarto episodio di evasione: le fughe precedenti risalgono al 2009 da un carcere di Terni, al 2013 da quello di Parma, e in un secondo caso nel 2013 dal carcere di Lantin (Belgio).
Indagini in corso e dubbi sulla sicurezza
Al momento, le forze dell’ordine — polizia penitenziaria e altre autorità — hanno avviato le ricerche per rintracciare l’evaso. Non è ancora chiaro come l’uomo sia riuscito a scavalcare la cinta muraria, e gli investigatori non escludono la possibilità di complicità esterne. Per il sindacato di categoria, l’episodio rappresenta l’ennesima testimonianza “del fallimento delle politiche penitenziarie” in Italia: nella sola struttura di Opera — secondo quanto denunciato — i detenuti sarebbero 1.338 a fronte di 918 posti disponibili (sovraffollamento del 153%) e il numero di agenti in servizio è molto al di sotto del necessario.
Un episodio che riapre il dibattito sulle carceri
La fuga — resa con modalità quasi cinematografiche — riaccende il dibattito sulla sicurezza nelle carceri italiane, sulle condizioni detentive, sul sovraffollamento e sulla carenza di organico tra le forze di polizia penitenziaria. Critici e sindacati tornano a chiedere misure urgenti: più personale, strutture adeguate, ripensamento delle politiche di detenzione, così da garantire sicurezza e tutela dei diritti.
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