Feroce attacco alla mandria da parte di un gruppo di lupi a Ponte Santa Maria Maddalena. Allarme Coldiretti
Smembrato un bovino di quasi 5 quintali dell’azienda agricola nei pressi di San Leo

Un attacco mai visto prima, quello che racconta Frulli Sergio, titolare dell’omonima azienda agricola nella località Ponte Santa Maria Maddalena, nel comune di San Leo: “Ieri sera la mandria fuori dalla stalla, a circa 150 metri da casa, era agitata e mio figlio ha sentito addirittura le mucche urlare, il nostro cane poi non ne parliamo, abbiamo un pastore che ha fatto tanto rumore, abbaiava insomma non si dava pace. Questa mattina abbiamo trovato uno dei nostri animali morto e divorato per metà, proprio vicino ad un fosso. C’erano le impronte, si vedeva chiaramente che erano stati un gruppo di lupi. Abbiamo subito chiamato l’Asl e messo in atto le procedure del caso ma siamo rimasti davvero molto colpiti e preoccupati da un attacco che così feroce, davvero non lo avevamo mai visto.” Spiega Frulli, proprietario di un’azienda che conta 250 bovini, nelle colline riminesi. “Siamo purtroppo soliti prendere atto dell’attacco dei lupi, durante l’anno, che nella notte portano via i vitellini. Il giorno dopo troviamo una parte dei corpi, o a volte non troviamo nulla, ma questa volta parliamo di un capo che pesava quasi 5 quintali, il cui corpo era completamente scarnificato, nella parte che non toccava terra. Si capiva che erano tanti”.
In questa contesto Coldiretti Rimini rimarca l’importanza di apprendere il declassamento dello status di protezione del lupo da rigoroso a semplice rispondendo così alle proprie richieste e a quelle degli allevatori di maggiore flessibilità per gestire attivamente le concentrazioni critiche di lupi.
E’ un passo avanti notevole – spiega Guido Cardelli Masini Palazzi Presidente di Coldiretti Rimini– nell’approccio alla gestione di un evidente disequilibrio che ha contribuito in Provincia di Rimini alla chiusura di tantissime stalle con la conseguenza del progressivo abbandono ed impoverimento delle nostre colline tra le più vocate per la pastorizia e all’allevamento.
Occorre fare questa riflessione analizzando i dati dall’Ausl di fine 2023 dai quali risultava che gli allevamenti di bovini aperti sul territorio provinciale a gennaio 2017 erano 473, poi diminuiti a fine 2023 a 255; peggiore la situazione dell’allevamento di ovini con 556 stalle a inizio 2017 per ridursi a 347 a fine 2023. Quindi un calo allarmante in 6 anni di oltre della metà, rispettivamente del 52,9% e del 62,4%.
Sicuramente – sostiene il Presidente Cardelli Masini Palazzi – una causa è stata la presenza di lupi con una densità, rispetto alla superficie di territorio occupata, sproporzionata che quindi ha causato continui danni agli allevamenti. Proprio la settimana scorsa – conclude Cardelli Masini Palazzi – abbiamo provveduto ad inoltrare allo Stacp di Rimini perché faccia da tramite, specifica richiesta che in attesa di una revisione delle norme vengano presi provvedimenti idonei a scoraggiare l’avvicinarsi dei lupi agli allevamenti con una difesa attiva.
Serve poi sfatare il mito che gli agricoltori-allevatori sono risarciti dai danni – evidenzia il Direttore di Coldiretti Rimini Alessandro Corsini – in quanto in realtà si tratta di elemosine che non remunerano assolutamente chi ha subito danni; considerato che oltretutto non sono previsti indennizzi per i danni indiretti e per il lucro cessante. Serve quindi che l’obiettivo prioritario sia quello di evitare che si verifichino i danni.
Sono anni – ricordail Direttore Corsini – che la gente di montagna combatte ogni giorno per difendere i propri raccolti da moltitudini di cinghiali che devastano le colture, caprioli che liberamente brucano i germogli nei frutteti, volpi che razziano i pollai, branchi di lupi in grado di attaccare e uccidere il bestiame al pascolo anche durante il giorno.
A nostro avviso – conclude Corsini – non si tratta di questioni di poco conto; certamente c’è stato un forte ritardo nella presa di consapevolezza di queste criticità in un momento particolarmente difficile come quello che stanno attraversando le aziende agricole in collina e montagna.
Finalmente si affronta l’emergenza con la scienza e non con l’ideologia – sottolinea il Vicedirettore di Coldiretti Rimini Giorgio Ricci – che mina la libera imprenditorialità e il rischio di chiusura definitiva di attività tradizionali presenti da sempre sul territorio e che rappresentano la tutela e la salvaguardia dello stesso.
I lupi – evidenzia il Vice Direttore Ricci – hanno colonizzato quasi la totalità degli ambienti idonei all’allevamento ed inoltre non è più inusuale incontrarlo anche vicino alle abitazioni come testimoniato da numerosi video ed immagini presso le quali attacca gli animali domestici, e pertanto – conclude Ricci – ora occorre che gli Amministratori locali alla luce del declassamento della protezione si impegnino a sostenere le iniziative a tutela degli allevatori e dei cittadini.