Forlì: assolta per incapacità mentale, non percepiva la gravità della condizione del compagno morto di stenti
La Corte d’Assise scagiona una 44enne cubana accusata di maltrattamenti e abbandono. Un anno di libertà vigilata con eventuali cure psichiatriche

Una donna cubana di 44 anni è stata assolta dalla Corte d’Assise di Forlì dall’accusa di maltrattamenti e abbandono del compagno, un camionista 62enne morto di stenti nel marzo 2020, in piena pandemia. Secondo la perizia psichiatrica, la donna – con una storia di ricoveri e disturbi mentali aggravati dallo stress familiare – non era in grado di comprendere la gravità della situazione.
La convivenza, descritta come conflittuale e segnata da litigi e degrado domestico, era già monitorata dai servizi sociali, che nel 2018 le avevano tolto l’affidamento del figlio. L’uomo, affetto da gravi patologie e trascurato anche da sé stesso, fu trovato in condizioni disperate e morì poco dopo il ricovero.
Il tribunale ha disposto per la donna un anno di libertà vigilata, con eventuali cure psichiatriche da definire, riconoscendo l’incapacità di intendere al momento dei fatti.