"Fr*cio del c***": omofobia all’Ospedale Bufalini di Cesena: scritta offensiva nello spogliatoio
La vittima è il genero della Presidente di AGEDO Rimini Cesena


Un nuovo episodio di omofobia all’Ospedale Bufalini di Cesena, dove un dipendente ha trovato sul proprio armadietto una scritta offensiva al rientro dalle ferie. La vittima è il genero della Presidente di AGEDO Rimini Cesena, Mara Bruschi, che denuncia la gravità del gesto e sottolinea la necessità di ambienti di lavoro sicuri e inclusivi. La Direzione Sanitaria ha condannato l’accaduto e sono previsti incontri con i vertici dell’ASL Romagna per attivare misure immediate di tutela. Il caso riporta all’attenzione nazionale la carenza di una legge organica contro l’omofobia e la necessità di azioni concrete per proteggere le persone LGBTQ+ da discriminazioni e violenze.
La nota di Agedo Rimini Cesena
L’ennesimo grave episodio di omofobia si è verificato all’interno dell’Ospedale Bufalini di Cesena, dove un dipendente, al rientro dopo un periodo di ferie, si è trovato una scritta omofoba sul proprio armadietto. La vicenda, accaduta al genero della Presidente di Agedo Rimini Cesena (Organizzazione di Volontariato dei genitori, parenti e amici di persone LGBTQ+) Mara Bruschi, riaccende l’attenzione sulla necessità di garantire ambienti di lavoro sicuri, inclusivi e rispettosi della dignità di ogni persona. Si tratta dell’ennesimo episodio di ostilità e discriminazione subìto da un dipendente sanitario. La scritta non è stata solo percepita come un atto di bullismo o di cattivo gusto, ma come un grave gesto omofobo e lesivo della dignità della persona, tanto da configurare anche possibili profili di rilevanza penale. A portare il caso alla luce è stata la suocera della vittima, Presidente fondatrice di AGEDO Rimini Cesena che esprime una ferma condanna per l’accaduto. Mara Bruschi definisce l’accaduto “Un fatto inqualificabile che non può essere minimizzato né tollerato. Abbiamo da subito preso contatti con il nostro legale per verificare e decidere i prossimi passi da fare. Ci teniamo a sottolineare che la Direzione Sanitaria del Bufalini ha subito mostrato attenzione al caso condannando lo spiacevole episodio e prendendo una posizione netta sulla faccenda. Chiederemo un incontro urgente – prosegue la Presidente Mara Bruschi - al Direttore Generale dell’ASL Romagna Tiziano Carradori e con il Direttore Sanitario dell’ASL Romagna Francesca Bravi per chiedere l’attivazione di misure immediate, non solo per proteggere il dipendente, ma anche per inviare un messaggio chiaro a tutto il personale sanitario: l’omofobia non sarà mai accettata, avvallata né sottovalutata”. Solo qualche settimana fa all’Ospedale civile di Alghero un fatto simile dove un dipendente ha trovato l’armadietto con una scritta simile. Un recente studio di omofobia.org rivela dati preoccupanti sulla situazione dell’omofobia in Italia, evidenziando significative differenze nelle denunce tra uomini e donne cisgender, infatti, gli uomini rappresentano il 74% delle vittime mentre le donne costituiscono il restante 26%, di cui il 18% sono cisgender e l’8% transgender. In Italia non esiste una legge organica contro l'omofobia a livello nazionale, sebbene il DDL Zan mirasse a introdurre questo tipo di tutela ma poi fu bloccato al Senato. Le persone omosessuali e transessuali sono protette, in parte, dalla legge contro la discriminazione, ma la protezione contro la discriminazione e la violenza per motivi di orientamento sessuale e identità di genere resta un tema dibattuto e non pienamente risolto a livello legislativo. “Come dimostrano i dati, purtroppo quello accaduto al mio genero non è un caso isolato – incalza Mara Bruschi – ed è giunto il momento che il Governo Meloni prenda sul serio questi episodi e faccia sentire la propria voce perché davanti a questi episodi il silenzio è complice degli omofobi. Da anni siamo in prima linea sul territorio romagnolo per combattere e contrastare l’odio omofobico – incalza la Mamma AGEDO - e continueremo a essere presenti e visibili portando avanti le nostre battaglie, nel pieno rispetto delle persone LBGTQ*, affinché i nostri figli siano parte integrante di questa società. Noi tutti, compresa la mia famiglia, non ci faremo intimorire e siamo anche pronti a scendere fino a Roma, se sarà necessario, per difendere e proteggere i nostri figli e i figli di tutt*”. L’Associazione AGEDO Rimini Cesena è partner del progetto regionale “Generazioni unite nella parità dei diritti”, approvato e cofinanziato dalla Regione Emilia-Romagna - Assessorato Pari Opportunità, che vede una nutrita rete di soggetti pubblici e privati[1] coinvolti attivamente nella realizzazione di iniziative mirate a contrastare le discriminazioni e l’omotransfobia e per informare e sensibilizzare la cittadinanza rispetto alle tematiche LGBT+.