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G7, Europa in pressing sugli Usa: “Putin non può mediare”

Meloni lavora a un'iniziativa per il cessate il fuoco a Gaza

A cura di Redazione
16 giugno 2025 19:22
G7, Europa in pressing sugli Usa: “Putin non può mediare” - © Ansa/Epa
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Il G7 si apre con tensioni diplomatiche e una forte pressione dell’Europa sugli Stati Uniti. Al centro del confronto, l’ipotesi – caldeggiata dall’ex presidente Donald Trump – di una mediazione russa tra Israele e Iran, che Bruxelles respinge con fermezza: “Putin non è un interlocutore credibile”, sottolineano fonti europee. Il nuovo conflitto in Medio Oriente domina la scena del vertice canadese, che si tiene in un clima di crescente instabilità geopolitica. 

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen spinge per un’intesa commerciale con Washington, chiedendo di fissare un tetto del 10% ai dazi. “Vogliamo l’accordo, ma il bazooka è pronto”, ha dichiarato, segnalando che l’Ue è pronta a reagire in caso di escalation protezionistica. 

Meloni al lavoro su Gaza, atteso incontro con Trump 

La premier italiana Giorgia Meloni si muove su più fronti: da un lato lavora a un'iniziativa comune per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza; dall’altro cerca sponde politiche in vista di un possibile confronto con Trump. Un momento informale, ma significativo, è avvenuto al bar del resort che ospita il summit, dove Meloni ha avuto un colloquio a quattro con il leader tedesco Friedrich Merz, il britannico Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron. 

Domani è atteso l’arrivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che dovrebbe incontrare proprio Trump per discutere del futuro degli aiuti a Kiev e del conflitto con la Russia. 

Scontro diplomatico Francia-Israele al Salone di Le Bourget 

Tensione anche fuori dal summit: al Salone aeronautico di Le Bourget, in Francia, le autorità parigine hanno ordinato l’oscuramento degli stand di cinque aziende israeliane del settore difesa. Secondo fonti francesi, si tratterebbe di industrie che esponevano armamenti offensivi “potenzialmente impiegati a Gaza”. Una decisione che ha scatenato la dura reazione di Israele: “Scandalosa e senza precedenti”, ha commentato il ministro della Difesa Yoav Gallant. “Assolutamente antisemita”, ha rincarato il direttore generale del ministero, Eyal Baram. 

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