Golden Power, scontro tra Bruxelles e Giorgetti: “Pronti ad agire”. Il ministro: “È competenza nazionale”

La Commissione Ue valuta un’azione contro l’Italia per l’uso del golden power sull’Ops di Unicredit su Banco Bpm

A cura di Glauco Valentini Redazione
10 ottobre 2025 16:02
Golden Power, scontro tra Bruxelles e Giorgetti: “Pronti ad agire”. Il ministro: “È competenza nazionale” - Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti
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Si accende il confronto tra l’Unione Europea e il governo italiano sull’utilizzo del golden power nell’operazione di acquisizione di Banco Bpm da parte di Unicredit. Dopo le indiscrezioni su una possibile procedura d’infrazione, la commissaria europea ai Servizi finanziari, Maria Albuquerque, ha dichiarato che Bruxelles è “pronta ad agire” per garantire l’integrità del mercato unico dei servizi finanziari.

“Faremo quanto necessario e possibile per garantire che esista un mercato unico dei servizi finanziari”, ha affermato Albuquerque a margine del Consiglio Ecofin, sottolineando che “decisioni che impediscono la creazione del mercato unico sono motivo di preoccupazione”.

La replica del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non si è fatta attendere: “La sicurezza nazionale, finanziaria ed economica è esclusiva competenza dello Stato nazionale e questa intendiamo in qualche modo difenderla”, ha affermato, ribadendo che il governo ha agito nel rispetto della normativa vigente. “Quando le valutazioni della Commissione Ue arriveranno, le valuteremo. Ma se si vuole modificare la legge, lo fa il Parlamento, non il Governo”.

Il nodo del contendere è il decreto con cui, lo scorso aprile, l’esecutivo ha esercitato i poteri speciali per bloccare l’offerta pubblica di scambio da oltre 10 miliardi di euro lanciata da Unicredit su Banco Bpm. Secondo Bruxelles, tale intervento potrebbe violare le regole europee sulla concorrenza e ostacolare la libera circolazione dei capitali. La Commissione, tuttavia, non ha ancora confermato ufficialmente l’avvio di una procedura d’infrazione.

Il caso italiano si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra Stati membri e istituzioni europee sul controllo delle operazioni bancarie transfrontaliere. La stessa Albuquerque ha ammesso che “si tratta di una questione generale che riguarda diversi Paesi”.

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