Il Consiglio d’Europa apre agli hub migratori nei Paesi terzi: per Meloni “il protocollo con l’Albania diventa prassi europea”

A Strasburgo prende forma la proposta di esternalizzare la gestione dei flussi migratori. La premier italiana rivendica il ruolo di apripista, mentre von der Leyen insiste sulla necessità di vie legali e sicure verso l’Ue

A cura di Glauco Valentini Redazione
10 dicembre 2025 15:44
Il Consiglio d’Europa apre agli hub migratori nei Paesi terzi: per Meloni “il protocollo con l’Albania diventa prassi europea” - Foto di repertorio
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Il Consiglio d’Europa, riunito a Strasburgo per discutere di immigrazione, ha avanzato la proposta di creare hub per la gestione migratoria nei Paesi terzi, un modello che prevede l’esternalizzazione di alcune fasi del processo di accoglienza e valutazione delle domande d’asilo. Una linea che si inserisce nel solco delle recenti decisioni europee sui Paesi terzi sicuri e sul rafforzamento delle procedure di rimpatrio.

L’annuncio ha suscitato un immediato commento da parte della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha letto nella posizione del Consiglio d’Europa una conferma della direzione intrapresa dall’Italia con il protocollo siglato con l’Albania.
Il protocollo Albania sta diventando prassi europea”, ha dichiarato la premier intervenendo alla Conferenza dell’Alleanza Globale contro il traffico di migranti. “L’Italia ha lavorato a soluzioni innovative, ora riconosciute e considerate con interesse a livello europeo”.

Sul fronte comunitario, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha ribadito l’impegno dell’UE nel contrastare il traffico di esseri umani, sottolineando però l’importanza di affiancare ai controlli anche canali legali di accesso al continente.
Secondo von der Leyen, è fondamentale “aprire vie più sicure verso l’Europa” per coloro che cercano un’occupazione “dove il loro talento sia richiesto”, un approccio che mira a coniugare sicurezza, gestione dei flussi ed esigenze del mercato del lavoro europeo.

Il dibattito sull’esternalizzazione delle procedure migratorie, dunque, si arricchisce di un nuovo tassello politico, aprendo scenari che potrebbero ridefinire in profondità le strategie comuni dell’Unione in materia di migrazione e asilo.

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