Il futuro del vino è dealcolato: cresce il mercato e l’Italia si adegua
Il vino dealcolato ha anche meno calorie: un bicchiere ne apporta da 20 a 50 contro le 90–130 del vino tradizionale

Il mercato del vino dealcolato è in forte crescita e potrebbe triplicare entro dieci anni. Anche l’Italia si prepara alla svolta, con un recente decreto ministeriale che consente di definire "vino" le bevande con alcol inferiore allo 0,5% o tra 0,5% e 8,5%.
Se un tempo un bicchiere di rosso era considerato salutare, oggi gli studi dimostrano che non esiste una dose sicura di alcol: l’etanolo è tossico, indipendentemente dalla quantità. La versione davvero salutare è quella con alcol zero (0,0%), adatta ad astemi, donne in gravidanza, persone con patologie specifiche o che seguono precetti religiosi. Va evitata nei bambini, per non influenzare le abitudini future.
Il vino dealcolato ha anche meno calorie: un bicchiere ne apporta da 20 a 50 contro le 90–130 del vino tradizionale. Inoltre, conserva molti dei polifenoli benefici, come il resveratrolo. I produttori lavorano per ridurre la perdita di questi composti durante la dealcolazione, e la normativa vieta l’aggiunta di zuccheri, acqua o additivi estranei alla vinificazione naturale: deve restare un vino autentico.
Revisione scientifica a cura di Lucilla Titta, IEO – Istituto Europeo di Oncologia.