Inchiesta urbanistica a Milano, il consulente dell’accusa: “Violate le norme sul paesaggio”

Secondo la relazione tecnica, la Commissione comunale avrebbe esercitato funzioni urbanistiche ed edilizie oltre i limiti previsti dal Codice dei beni culturali

A cura di Redazione
27 agosto 2025 15:26
Inchiesta urbanistica a Milano, il consulente dell’accusa: “Violate le norme sul paesaggio” - © Ansa
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Il Comune di Milano avrebbe violato il Codice dei beni culturali e del paesaggio attribuendo alla Commissione per il paesaggio compiti che andavano ben oltre la tutela paesaggistica, entrando invece nel merito di decisioni urbanistiche ed edilizie. È quanto emerge dalla consulenza depositata nell’ambito della maxi inchiesta sull’urbanistica milanese.

Secondo l’ex docente di urbanistica prof. Roccella, nominato consulente dai pubblici ministeri, la Commissione avrebbe assunto “funzioni in materia urbanistica ed edilizia” che la normativa non consente, arrivando di fatto a una “contaminazione” tra ambiti distinti e incompatibili.

Il consulente sottolinea come, a partire dal 2014, si sarebbe manifestata una “volontà politica” di occultare decisioni di rilevante impatto – anche economico – sotto “la nobile veste del paesaggio”. In questo modo, decisioni che avrebbero dovuto seguire iter urbanistici trasparenti sarebbero state ricondotte impropriamente alla sfera paesaggistica.

L’accusa punta quindi a dimostrare che il meccanismo avrebbe permesso di gestire pratiche edilizie e trasformazioni urbanistiche senza il pieno rispetto dei vincoli normativi, aprendo interrogativi sulla legittimità di atti e autorizzazioni rilasciate in questi anni.

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