Italia verso la pensione a 70 anni: cresce l’occupazione al Sud, ma continua la fuga dei giovani
Secondo il rapporto Ocse “Panorama delle Pensioni 2025” l’età pensionabile è destinata a salire fino ai 70 anni
L’Italia si prepara a un significativo innalzamento dell’età pensionabile. A rivelarlo è il rapporto Ocse “Panorama delle Pensioni 2025”, pubblicato dall’organizzazione parigina, secondo cui chi ha iniziato a lavorare nel 2024 potrà lasciare l’impiego solamente attorno ai 70 anni. Una prospettiva che riflette l’invecchiamento della popolazione e la necessità di garantire la sostenibilità del sistema previdenziale.
In particolare, per le donne l’età media di accesso alla pensione passerà dagli attuali 63,9 anni a 65,9, mentre per gli uomini aumenterà dai 64,7 ai 66,4 anni. Un trend in linea con quanto previsto anche in altri Paesi industrializzati, ma che in Italia si intreccia con dinamiche sociali ed economiche molto complesse.
Parallelamente, il rapporto Svimez fotografa un Mezzogiorno in evoluzione. Negli ultimi tre anni si è registrato un vero boom di occupazione: circa 100mila giovani in più hanno trovato lavoro nel Sud del Paese. Un dato incoraggiante, che segnala una certa vitalità del mercato del lavoro meridionale.
Tuttavia, questa crescita non basta a frenare un fenomeno ormai strutturale: la migrazione giovanile. Sempre secondo lo Svimez, ben 175mila giovani hanno lasciato il Sud nello stesso periodo, spinti dalla ricerca di opportunità migliori, salari più alti e percorsi di carriera più chiari. Un esodo che continua a svuotare il Mezzogiorno di energie qualificate, con effetti a lungo termine sul tessuto economico e demografico.
L’Italia si trova dunque davanti a una doppia sfida: da un lato costruire un sistema previdenziale sostenibile, dall’altro creare condizioni di vita e di lavoro che trattengano i giovani nel Paese, soprattutto nelle regioni meridionali. Solo così sarà possibile affrontare con equilibrio i profondi cambiamenti che attendono la società italiana nei prossimi decenni.
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