La cattiva burocrazia costa 57 miliardi l’anno alle imprese italiane
Milano, Roma e Torino le più penalizzate in termini di Pil. Intanto i tassi sui mutui restano quasi fermi al 3,25%


La burocrazia continua a pesare in modo significativo sull’economia italiana. Secondo uno studio della Cgia di Mestre, la complessità amministrativa e la gestione dei procedimenti pubblici costano complessivamente 57,2 miliardi di euro l’anno alle imprese del Paese.
Ogni anno in Italia vengono prodotti circa 350 documenti ufficiali, per un totale di oltre 35mila pagine, che richiedono tempo e risorse da parte delle aziende per essere analizzati, compilati e trasmessi. A stimare l’impatto economico della burocrazia è anche The European House – Ambrosetti, secondo cui l’eccesso di adempimenti rappresenta uno dei principali ostacoli alla competitività del sistema produttivo.
Le province più penalizzate in termini di perdita di Pil sono Milano (6,1 miliardi di euro), Roma (5,4 miliardi), Torino (2,2 miliardi), Napoli (1,9 miliardi) e Brescia (1,4 miliardi). Questi territori, cuore pulsante dell’economia nazionale, risultano tra i più colpiti dagli effetti del peso burocratico, con ripercussioni su crescita e produttività.