“La reginetta di Leenane": il thriller psicologico di McDonagh in scena a Rimini

In scena l'opera del drammaturgo irlandese Martin McDonagh, maestro del teatro contemporaneo e del grottesco e regista e autore cinematografico di successo

A cura di Michela Alessi Redazione
13 dicembre 2025 09:41
“La reginetta di Leenane": il thriller psicologico di McDonagh in scena a Rimini -
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Da una parte una madre anziana e provata nel fisico, ma dura ed egoista. Dall’altra una figlia quarantenne fragile ed emotiva, e per questo esasperata e carica di rabbia. Nel mezzo una relazione famigliare tossica, avvelenata da bugie e rancori, in cui è difficile distinguere tra sopraffatto e dominatore, tra vittima e carnefice.

Porta la firma del drammaturgo irlandese Martin McDonagh, maestro del teatro contemporaneo e del grottesco e regista e autore cinematografico di successo (Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Gli spiriti dell’isola e In Bruges) lo spettacolo La reginetta di Leenane, nuova produzione del Teatro Franco Parenti che ha debuttato a Milano lo scorso ottobre e attesa al Teatro Galli da martedì 16 a giovedì 18 dicembre (ore 21). In scena due interpreti opposte e così complementari, come Ambra Angiolini poliedrica interprete di cinema, tv e teatro e Ivana Monti, una delle attrici più importanti e stimate della scena teatrale italiana.

A dirigere questa straordinaria e ben amalgamata coppia in una prova attoriale di grande intensità emotiva è Raphael Tobia Vogel, già regista di Scene da un matrimonio applaudito al Galli nella scorsa stagione.

Con La reginetta di Leenane McDonagh costruisce un thriller psicologico dal sapore noir, in cui tensione e humor si fondono in un racconto spietato sulla famiglia e sulla solitudine. Un legame, quello tra madre e figlia, segnato da un conflitto incessante, dove il rancore e la dipendenza si intrecciano in un gioco perverso di potere e frustrazione.

Ambra Angiolini porta in scena una figura complessa e struggente: una quarantenne ancora vergine, il cui equilibrio precario cela un fondo di follia pronto a emergere. La madre, che sembra fare di tutto per sabotare la felicità della figlia, vincolandola a sé con sottili manipolazioni e stratagemmi meschini. Ma è davvero solo colpa sua se la vita non ha riservato grandi opportunità alla protagonista?

I giochi di potere tra madre e figlia sono al centro di una danza crudele: tra battute al vetriolo e insulti graffianti, il pubblico si domanda chi stia davvero vincendo questa guerra, chi sia la vera vittima. Nessuna delle due è un mostro, nessuna è completamente innocente. Sono semplicemente due anime in lotta, aggrappate con ferocia alla propria disperazione.

A spezzare questa atmosfera ci pensa l’ironia nera di McDonagh capace di strappare risate amare. Si ride, sì, ma a denti stretti, perché l’inquietudine è sempre presente, in un crescendo di pathos e ferocia drammaticamente attuale.

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