Rimini: detenuto evade dopo essere stato portato in ospedale
L'evaso è un 38enne magrebino
Aggiornamenti: il detenuto evaso è un 38enne magrebino, arrestato nella notte tra mercoledì e giovedì (10-11 dicembre) a Rimini dalla Squadra Volante della Polizia. Senza fissa dimora, dormiva in una ex colonia abbandonata: il 38enne era ricercato perché doveva scontare un cumulo di pene di tre anni e mezzo per rapine improprie.
Un detenuto della Casa Circondariale di Rimini è evaso in mattinata dall’ospedale civile della città, dov’era stato condotto per una visita urgente. Lo riferisce Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. "Non è ancora chiara la dinamica della fuga, né sono note le generalità dell’evaso, ma fra suicidi, omicidi, violenze, stupri, traffici illeciti, aggressioni agli operatori (quasi 4mila dall’inizio dell’anno) e continue evasioni, ci chiediamo cosa debba ancora accadere affinché il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il governo Meloni si destino e assumano provvedimenti conseguenziali rinunciando alla sterile propaganda”, evidenzia De Fazio. “Al momento sono in corso le ricerche dell’evaso, l’ennesimo, da parte della Polizia penitenziaria e delle altre forze dell’ordine e confidiamo che ancora una volta il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria, con le sue articolazioni territoriali, possa metterci una pezza. Ma non si possono continuare a turare falle, mentre altri squarci si aprono. A Rimini 166 detenuti sono collocati in 118 posti disponibili (+41%), mentre gli agenti di Polizia penitenziaria sono solo 124 quando ne necessiterebbero almeno 198 (-37%). Del resto, nel Paese i reclusi ammontano a 63.656, mentre i posti sono solo 46.213 e alla Polizia penitenziaria nelle carceri mancano almeno 20mila agenti”, spiega il Segretario del sindacato, che conclude: “Lo ribadiamo, serve subito deflazionare la densità detentiva, potenziare concretamente gli organici della Polizia penitenziaria, ammodernare le strutture e le infrastrutture, garantire l’assistenza sanitaria e psicologica, ma anche avviare riforme complessive dell’esecuzione penale, specie inframuraria”.
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