La storia del liscio e della musica da ballo con la Banda città di Rimini
Domenica 25 giugno all'arena degli Agostiniani


Domenica 25 giugno alle 21.15 presso l’arena Agostiniani a Rimini la Banda città di Rimini propone un concerto speciale: “Aria di Festa” le cosmogoniche del liscio ovvero la vera storia della musica da ballo romagnola nell’interpretazione della Banda Città di Rimini.
Quando Johann Strauss figlio arrivò a Bologna nel maggio 1874 con 60 professori d’orchestra austriaci si acclamò al grande profeta del valzer, ma nessuno si azzardò a ballare. Nelle orecchie del pubblico c’era già lo zum-pà-pà di Giuseppe Verdi che si può considerare (a sua insaputa) il vero inventore del liscio. Specie per i ritmi provenienti dalle orchestrine di fiati emiliane che il maestro di Busseto posizionava sul palco delle sue opere per dar man forte agli archi che stavano nella fossa. Nel contempo, il violino di Carlo Brighi detto Zaclèn (1853-1915) faceva ballare il popolo nei circoli cittadini riproducendo, assieme ai magnetici ritmi viennesi, i valzer dalla Traviata e da altre liriche rappresentazioni appresi al Teatro di Cesena. Tuttavia, l’orchestrina di archi era ben poca cosa di fronte alla massa sonora della banda longianese di Giovanni Magnani (1846-1922) chiamata per far ballare alla domenica pomeriggio nelle polverose piazze. Poi gli antichi padri della musica romagnola: Giulio Faini di Santarcangelo (1874-1935) il cornista di Toscanini; il musicista gentiluomo Romolo Zanzi di Ravenna (1885-1952) detto Romolo de Babé, che non ebbe una propria orchestra perché il regime – cui era ostile – non gli permise di esercitare; Ruggero Grisoli di Santarcangelo (1889-1946) testimone dell’introduzione dei ritmi sincopati nella musica da ballo romagnola sul finire degli Anni Venti del Novecento. Più vicini a noi il sassofonista Primo Lucchi (1901-1950) e il violinista Ferrer Rossi (1910-1986), le cui orchestre dovevano essere in grado di suonare sia i “ritmi tradizionali” (soprattutto valzer) così come i “ritmi moderni” molto influenzati dalla musica jazz. Per finire il simbolo della Romagna musicale, Secondo Casadei (1906-1971) il cui “inno” è felicemente transumato dalla retorica nostalgica al riscatto dal fango.
Ingresso libero, prenotazione obbligatoria, posti non numerati.
Sarà possibile riservare fino ad un massimo di 4 ingressi per ogni prenotazione ingresso attraverso il portale Eventbrite, a partire da domenica 18 giugno alle ore 8