Letteratura italoafricana: Itala Vivan e Kossi Komla-Ebri al Museo della Città di Rimini

Sorelle d'inchiostro", i 23 racconti che saranno presentati all'evento

A cura di Redazione
25 maggio 2025 08:57
Letteratura italoafricana: Itala Vivan e Kossi Komla-Ebri al Museo della Città di Rimini - Itala Vivan
Itala Vivan
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Mercoledì 28 maggio alle ore 17.30, il Museo della Città di Rimini (Sala degli Arazzi) ospita “Sorella d’inchiostro”, 23 racconti scritti dai più affermati scrittori afroitaliani in omaggio all’amica e collega Kaha Mohamed Aden, la grande scrittrice recentemente scomparsa. Ospiti d’onore saranno Itala Vivan e Kossi Komla-Ebri, curatori della raccolta.

Professore ordinario presso la Facoltà di Scienze Politiche di Milano, Itala Vivan ha insegnato letteratura inglese e americana e, successivamente, studi culturali e postcoloniali in università italiane e statunitensi. Ha contribuito a far conoscere al pubblico italiano i massimi scrittori africani e caraibici, sia di lingua inglese che francese, curandone la pubblicazione per conto di varie case editrici: Baldini Castoldi & Dalai, Adelphi, Giunti, Feltrinelli, Rizzoli e Edizioni del Lavoro. Ha collaborato con L’Unità, Paese Sera e Rinascita, e attualmente scrive per Il Manifesto.

Kossi Komla-Ebri, nato in Togo, è medico-chirurgo e co-fondatore della rivista El-Ghibli. Ha pubblicato numerosi racconti. I suoi due romanzi sono stati tradotti in inglese, francese, slavo e arabo. È presidente della Rete della diaspora africana nera in Italia.

“Sorella d’inchiostro” trae spunto da una citazione del contributo di Tahar Lamri, autore algerino residente a Ravenna, e allude all’amica Kaha, con cui gli autori condividono la provenienza africana e il mestiere della scrittura.

“Sorella d’inchiostro” rappresenta un ampio ventaglio della produzione narrativa degli scrittori afroitaliani che, a partire dagli anni Novanta, sono emersi e si sono affermati sulla scena culturale e letteraria del nostro Paese. Scrivendo in italiano, raccontano non solo le loro culture di origine, ma soprattutto l’incontro con l’Italia e gli italiani, creando così un quadro visto dall’esterno del nostro incontro con l’altro.

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